Articoli

5 ALIMENTI CHE AUMENTANO L’ANSIA

Condividi

Ci sono alimenti comuni e sostanze che possono inasprire i sintomi di ansia. Evitando questi cibi possiamo ridurla.

1. Cereali

I cereali possono essere uno dei motivi che creano maggiormente ansia e si è ansiosi si può provare ad evitarli.

Tuttavia i cereali come riso, crusca, frumento, segale, avena hanno un alto contenuto di fibre.

Ma contengono anche una sostanza chiamata acido fitico, un anti-nutriente che blocca l’assorbimento del corpo di zinco, ferro, calcio e magnesio con conseguente aumento dell’ansia.

2. Lo zucchero

 

Lo zucchero fa parte di questa lista. Pur avendo un debole per i dolci, di tanto in tanto possono aiutarvi ad avere meno stress ma i cibi che contengono zucchero raffinato possono farvi sentire nervosi. Tra l’altro è meglio stare alla larga il più possibile dagli zuccheri raffinati ( zucchero bianco ) e dolcificanti artificiali. Cercate di limitarne il consumo.

3. La caffeina

Alcune persone hanno bisogno di una tazza di caffè per affrontare il mattino. Ad altri potrebbe causare attacchi di panico. Bevande energetiche, bibite, tè, o qualsiasi altra bevanda con caffeina potrebbero svegliarvi, ma anche dare un effetto abbastanza simile ad un attacco di panico, quali, nervosismo, insonnia.

Infatti la caffeina aumenta la frequenza cardiaca, dà tremolii, irrequietezza, agitazione, ansia, eccitazione, insonnia, vampate di calore al viso, aumento della minzione, disturbi gastrointestinali e tanti altri. Bere con moderazione, una tazza di caffè al giorno può essere utile, ma se si hanno difficoltà a dormire o si verificano questi sintomi, è il caso di non assumerne.

4. L’alcol

Si sa che l’alcol è un sedativo, bere un bicchiere di vino o una bottiglia di birra dopo una lunga giornata può solo peggiorare le cose. Troppo alcol, infatti, può causare un altro elenco di problemi che danno origine ad ansia.

Bere alcol porta alla disidratazione, destabilizza l’equilibrio del nostro intestino (soprattutto se è fatto con alcuni cereali), interferisce con l’uso del corpo della serotonina ( “ormone del buonumore”) e scombina i livelli di zucchero nel sangue. Non c’è da meravigliarsi se il corpo entra in modalità panico quando si beve alcol!

5. Intolleranze Alimentari

Se sa già che si è intollerante ad alcuni cibi, non vanno mangiati! Se non si sa a quali cibi si è intollerante, facendo una dieta di eliminazione può essere un modo per scoprirlo.

I principali colpevoli da eliminare sono mais, uova, glutine, latticini e soia. Iniziate  il test aggiungendo lentamente uno di questi alla vostra dieta e valutate la vostra ansia. Se è già stata provata una dieta di eliminazione e non avete ancora risolto il problema con l’ansia, rivolgetevi a un dietologo o un nutrizionista.

Una dieta per ridurre l’ansia (evitare di aumentare l’ansia)

Fortunatamente, semplici ma sani cambiamenti di dieta possono aiutare a ridurre l’insorgenza di panico e ansia e portare ad un aumento della salute. Bere molta acqua mantiene il corpo idratato ed elimina la rabbia, l’irritabilità e la tensione.

Mangiare frutta fresca e verdura aiuta l’organismo ad assorbire il nutrimento di cui ha bisogno e combatte le carenze vitaminiche che portano ai sintomi di ansia. Aggiungendo al vostro organismo cibi ad alto contenuto di acidi grassi Omega-3, il triptofano, o di magnesio può anche contribuire a ridurre l’ansia.

Dott. Roberto Cavaliere

Psicologo, Psicoterapeuta

Studio in Milano, Roma, Napoli e Vietri sul Mare (Sa)

per contatti e consulenze private tel.320-8573502 email:cavalierer@iltuopsicologo.it

ATTACCHI DI PANICO – DAP

Condividi

Una sera passeggiavo per un sentiero,

da una parte stava la città e sotto di me il fiordo.

Ero stanco e malato.

Mi fermai e guardai al di là del fiordo

– il sole stava tramontando –

le nuvole erano tinte di un rosso sangue.

Sentii un urlo attraversare la natura:

mi sembrò quasi di udirlo.

Dipinsi questo quadro,

dipinsi le nuvole come sangue vero.

I colori stavano urlando.

Edvard Munch

dipinto: Il grido (Munch 1893)

 

L’attacco di panico è una manifestazione d’ansia fortemente intensa, breve e transitoria, (generalmente dura solo qualche minuto) ma che causa, a chi la subisce, una notevole angoscia. Secondo il DSM-IV ( il manuale statistico psichiatrico) si ha la diagnosi di attacco di panico se sono presenti almeno 4 dei seguenti sintomi:

  • 1) palpitazioni o tachicardia;
  • 2) sudorazione;
  • 3) tremori;
  • 4) dispnea o sensazione di soffocamento;
  • 5) sensazione di asfissia;
  • 6) dolore al petto;
  • 7) nausea o disturbi addominali;
  • 8)sensazioni di sbandamento, instabilità o svenimento;
  • 9) derealizzazione o depersonalizzazione;
  • 10) paura di perdere il controllo o di impazzire;
  • 11) paura di morire;
  • 12)parestesie (sensazioni di torpore o formicolio);
  • 13 brividi o vamapate di calore.

Se sono presenti meno di 4 sintomi durante l’attacco si parlerà di attacco paucisintomatico.

L’attacco di panico, a meno che non sia provocato da una situazione altamente stressante o di pericolo (come un naufragio ad esempio), arriva, almeno le prime volte, in maniera improvvisa e del tutto imprevista, come “un fulmine a ciel sereno”. L’esperienza soggettiva riferita, piu’ comunemente, è di stare sul punto di morire o di subire un infarto miocardico o un ictus cerebrale. Infatti quasi tutti quelli che subiscono il primo attacco si precipitano al pronto soccorso dell’ospedale o chiamano il proprio medico temendo il peggio. Ma puntualmente i primi accertamenti escludono qualsiasi tipo di patologia fisica.Ed è proprio la presenza di questa intensa sintomatologia fisica che distingue l’attacco di panico da manifestazioni d’ansia anche forti. Infatti in quest’ultime emergono in primo piano aspetti emozionali e cognitivi ( apprensione, preoccupazione, tensione, ecc…) mentre la sintomatologia fisica è di sfondo. E, sopratutto, nella crisi d’ansia il soggetto attribuisce la sintomatologia fisica all’ansia stessa.Come già detto, dopo il primo attacco la visita medica ed i primi esami rassicurano sulle proprie condizioni fisiche. Molti, dopo la sensazione di euforia per lo scampato pericolo, non accettano l’origine psicologica della sintomatologia fisica e ritengono che il medico possa essersi sbagliato. Si sottopongono, conseguentemente, a tutta una serie di esami clinici che escluderanno qualsiasi patologia organica.Quando gli attacchi di panico si fanno inaspettati e ricorrenti, a cui fanno seguito, per un periodo non inferiore ad un mese, persistenti preoccupazioni di potere avere nuovi attacchi, con conseguente significative alterazioni del proprio comportamento, si parla di disturbo di panico. In poche parole è ” la paura di aver paura”. Nel prosieguo del tempo e degli attacchi è possibile che si diventi sensibili a luoghi o situazioni contestuali agli attachi di panico. Conseguentemente, si è tentati di evitare questi luogi o sitazioni ed addirittura si provi ansia al pensiero di doverle affrontare.Ciò può portare, secondo le statistiche, oltre un terzo dei casi a sviluppare un disturbo di panico con agorafobia, vale a dire con paura degli spazi aperti.Vari sono i modelli eziopatogenetici dell’attacco e del disturbo di panico. Uno dei più esplicativi circa l’insorgenza di attacchi di panico associata a fattori cognitivi, ritengo sia il modello di Clark (1986). Secondo questo modello, il disturbo di panico è il risultato di interpretazioni “catastrofiche” di normali reazioni corporee. La costante attenzione su dati provenienti dal proprio corpo e dall’ambiente favorisce uno costante stato d’apprensione, per la minaccia incombente che si verifichi un’attacco. Questo stato contribuisce ad elevare il livello d’ansia, gettando il soggetto in un circolo vizioso del tipo: sintomi somatici-cognitivi = interpretazione erronea = ansia Subentrano poi almeno tre fattori di mantenimento di questa “trappola” psicofisiologica: l’attenzione selettiva riguardo alle sensazioni corporee, i comportamenti protettivi associati alla situazione ed i comportamenti di evitamento.

Nel combattere gli attacchi di panico tenete a mente questi aforismi… terapeutici

Non è perchè le cose sono difiicili che noi non osiamo farle. E’ perchè noi non osiamo farle che le cose sono difficili. (Seneca)

Un uomo che teme di soffrire, soffre già di quello che teme. (Montaigne)

Non può vivere senza timori chi è causa del suo timore. (Epicuro)

La rinuncia è un suicidio quotidiano. (Honorè de Balzac)Il pauroso prima edifica i suoi timori, poi vi ci installa sopra. (E. Cioran)

Viviamo nella paura ed è così che non viviamo. (Buddha)

Porto addosso le ferite di tutte le battaglie che ho evitato. (F.Pessoa)

Guarda la paura in faccia e questa cesserà di turbarti. (Sri Yukteswar)

La lezione più importante che l’uomo possa imparare in vita non è che nel mondo esiste la paura ma che dipende da noi trarne profitto e che ci è consentito tramutarla in coraggio. (R. Tagore)

 

Dott. Roberto Cavaliere

Psicologo, Psicoterapeuta

Studio in Milano, Roma, Napoli e Vietri sul Mare (Sa)

per contatti e consulenze private tel.320-8573502 email:cavalierer@iltuopsicologo.it