I “LAVORI” SU NOI STESSI CHE DOVREMMO FARE
Psicologo, Psicoterapeuta
Studio in Milano, Roma, Napoli e Vietri sul Mare (Sa)
per contatti e consulenze private (anche telefoniche o via Skype) tel.320-8573502 email:cavaliere@iltuopsicologo.it
Psicologo, Psicoterapeuta
Studio in Milano, Roma, Napoli e Vietri sul Mare (Sa)
per contatti e consulenze private (anche telefoniche o via Skype) tel.320-8573502 email:cavaliere@iltuopsicologo.it
Psicologo, Psicoterapeuta
Studio in Milano, Roma, Napoli e Vietri sul Mare (Sa)
per contatti e consulenze private (anche telefoniche o via Skype) tel.320-8573502 email:cavaliere@iltuopsicologo.it
È una frase di Pablo Picasso: “Dio è soprattutto un artista. Ha inventato la giraffa, l’elefante, la formica. In verità, egli non ha mai cercato di seguire uno stile: semplicemente ha fatto tutto quello che aveva voglia di fare.”
È la volontà di proseguire che crea il nostro cammino. Eppure, quando iniziamo il viaggio verso il sogno, siamo molto impauriti, come se fossimo obbligati a fare tutto per benino. In definitiva, se le nostre vite sono diverse, chi ha inventato il modello “tutto per benino”? Dio ha creato la giraffa, l’elefante e la formica e, visto che noi cerchiamo di vivere a sua immagine e somiglianza, perché dobbiamo seguire un modello?
Talvolta l’esempio può risultare utile per evitare stupidi errori commessi da altri, ma solitamente è una prigione che costringe a ripetere ciò che fanno tutti.
Essere coerenti significa dover indossare la cravatta in tinta con le calze? Vuol dire essere obbligati a mantenere le medesime opinioni anche in futuro? E allora, dov’è il movimento del mondo?
Purché il tuo comportamento non pregiudichi la libertà di nessuno, cambia pure opinione di tanto in tanto, e cadi in contraddizione senza provare alcuna vergogna. Ne hai il diritto: non deve importarti niente delle opinioni degli altri -in qualsiasi caso, ne avrebbero comunque una.
Quando decidiamo di agire, si verificano sempre alcuni eccessi. Un antico detto gastronomico recita: “Per fare un’omelette, prima di tutto bisogna rompere l’uovo.” Allo stesso modo, è naturale che sorgano inaspettatamente dei conflitti, che determinano un certo numero di ferite. Le quali si rimarginano, lasciando solo le cicatrici.
Si tratta di una benedizione, poiché queste ci accompagnano per il resto dell’esistenza, fornendoci un enorme aiuto. Se, per egoismo o per qualsiasi altra ragione, in un certo momento della vita saremo assaliti dalla voglia di tornare al passato, sarà sufficiente guardarle. Esse ci mostreranno il segno delle manette, ci ricorderanno gli orrori della prigionia -e noi troveremo la forza di andare avanti.
Di conseguenza, rilassati. Lascia che l’Universo intorno a te si muova e scopri la gioia di essere una sorpresa anche per te stesso. “Dio scelse le cose folli del mondo per svergognare i saggi” ha scritto San Paolo.
Un guerriero della luce sa che alcuni momenti si ripetono: spesso deve cimentarsi con gli stessi problemi e affrontare situazioni già sperimentate in precedenza.
Allora si deprime. Comincia a pensare di essere incapace di progredire nella vita, giacché gli sta accadendo quello che ha vissuto in passato.
“Sono situazioni che ho già affrontato,” si lamenta, rivolgendosi al proprio cuore.
“Sì, sono situazioni con le quali di sei già cimentato,” replica il cuore. “Tuttavia non le hai mai superate.”
Il guerriero prende allora coscienza che la ripetizione delle esperienze ha uno scopo: insegnargli ciò che ancora non ha imparato. Egli dà sempre una soluzione diversa per ogni lotta che si ripete -e non considera le proprie mancanze alla stregua di errori: sono i passi che lo porteranno a ritrovare sé stesso.
Paulo Coelho, da Come il fiume che scorre
Psicologo, Psicoterapeuta
Studio in Milano, Roma, Napoli e Vietri sul Mare (Sa)
per contatti e consulenze private (anche telefoniche o via Skype) tel.320-8573502 email:cavaliere@iltuopsicologo.it
Un’anziana donna cinese aveva due grandi vasi, ciascuno sospeso all’estremità di un palo che lei portava sulle spalle.
Uno dei vasi aveva una crepa, mentre l’altro era perfetto ed era sempre pieno d’acqua alla fine della lunga camminata dal ruscello verso casa.
Quello crepato invece, arrivava sempre mezzo vuoto. Per due anni interi andò avanti così, con la donna che portava a casa solo un vaso e mezzo d’acqua.
Naturalmente, il vaso perfetto era orgoglioso dei propri risultati mentre il povero vaso crepato si vergognava del proprio difetto ed era avvilito di saper fare solo la metà di ciò per cui era stato fatto.
Dopo due anni che si rendeva conto del proprio amaro fallimento, un giorno parlò alla donna lungo il cammino: “Mi vergogno di me stesso, perché questa crepa nel mio fianco fa sì che l’acqua fuoriesca lungo tutta la strada verso la vostra casa“.
La vecchia sorrise: “Ti sei accorto che ci sono dei fiori dalla tua parte del sentiero ma non dalla parte dell’altro vaso? È perché io ho sempre saputo del tuo difetto, perciò ho piantato semi di fiori dal tuo lato del sentiero ed ogni giorno, mentre tornavamo, tu li innaffiavi. Per due anni ho potuto raccogliere quei bei fiori per decorare la tavola. Se tu non fossi stato come sei, non avrei avuto quelle bellezze per ingentilire la casa”.
Ognuno di noi ha il proprio specifico difetto.
Ma sono proprio la crepa e il difetto che ognuno ha a far sì che l’altro sia interessante e gratificante e che porti ad un effettivo processo di accettazione della persona con cui ci relazioniamo, accogliendo luci ed ombre.
Psicologo, Psicoterapeuta
Studio in Milano, Roma, Napoli e Vietri sul Mare (Sa)
per contatti e consulenze private (anche telefoniche o via Skype) tel.320-8573502 email:cavaliere@iltuopsicologo.it
Un’antica storia cinese racconta:
“Tanti anni fa, nelle campagne cinesi, un uomo e suo figlio vivevano in un piccolo villaggio. Non possedevano molto: una baracca, un campo da coltivare e un cavallo per arare il campo.
Un giorno il cavallo scappò. Gli abitanti del villaggio andarono a trovare l’uomo e gli dissero: “Il cavallo era necessario per poter lavorare. Che sfortuna hai avuto!”.
E l’uomo rispose: “Forse sì, forse no. Vedremo”.
La settimana successiva, il cavallo fece ritorno insieme ad altri due cavalli selvatici. L’uomo e il figlio si ritrovarono quindi con tre cavalli. Gli abitanti del villaggio sorrisero all’uomo e gli dissero: “Avevi un solo cavallo e ora ne hai tre. Che fortuna hai avuto!”.
E l’uomo rispose: “Forse sì, forse no. Vedremo”.
Pochi giorni dopo il figlio era intendo a pulire la stalla del cavallo, troppo piccola per contenerne tre. Uno degli animali si agitò e lo colpì con forza, facendolo cadere. Il ragazzo si ruppe la gamba. Gli abitanti del villaggio passarono davanti all’abitazione e dissero al padre: “Tuo figlio è il tuo unico aiutante e famigliare. Che sfortuna hai avuto!”
E l’uomo rispose: “Forse sì, forse no. Vedremo”.
Alcune settimane dopo, alcuni ufficiali dell’esercito arrivarono nel villaggio e iniziarono a reclutare tutti i giovani per portarli a combattere una guerra che sapevano di non poter vincere. Quando passarono dalla casa dell’uomo e videro che suo figlio aveva la gamba rotta, decisero di non portarlo in guerra.
Gli abitanti del villaggio, saputa la notizia, dissero al padre: “I nostri figli vanno a morire in guerra e il tuo invece no. Che fortuna hai avuto!”
E l’uomo, come sempre, rispose: “Forse sì, forse no. Vedremo”.
La storia è una metafora su come gli eventi inaspettati che capitano nella vita di ognuno possono essere valutati positivamente e negativamente solo in una prospettiva temporale futura. Ed anche quando vengono valutati, a distanza di tempo, positivamente e negativamente, possono di nuovo cambiare di segno in seguito ad ulteriori sviluppi futuri.
La vita è una continua alternanza di positivo e negativo
Psicologo, Psicoterapeuta
Studio in Milano, Roma, Napoli e Vietri sul Mare (Sa)
per contatti e consulenze private in studio, telefoniche e/o via Skype:
tel.320-8573502 email:cavalierer@iltuopsicologo.it
Tiresia è una figura della mitologia greca, celebre indovino, ed i miti su di lui sono molti.
Uno dei più diffusi racconta che, passeggiando sul monte Cillene, vide due serpenti che copulavano, ne uccise la femmina perché quella scena lo infastidì. Nello stesso momento Tiresia fu tramutato da uomo a donna. Visse in questa condizione per sette anni provando tutti i piaceri che una donna potesse provare. Passato questo periodo venne a trovarsi di fronte alla stessa scena dei serpenti. Questa volta uccise il serpente maschio e nello stesso istante ritornò uomo.
Un giorno Zeus ed Era si trovarono divisi da una controversia: chi potesse provare in amore più piacere: l’uomo o la donna. Non riuscendo a giungere a una conclusione, poiché Zeus sosteneva che fosse la donna mentre Era sosteneva che fosse l’uomo, decisero di chiamare in causa Tiresia, considerato l’unico che avrebbe potuto risolvere la disputa essendo stato sia uomo sia donna. Interpellato dagli dei, rispose che il piacere sessuale si compone di dieci parti: l’uomo ne prova solo una e la donna nove, quindi una donna prova un piacere nove volte più grande di quello di un uomo. La dea Era, infuriata perché l’indovino aveva svelato un tale segreto, lo fece diventare cieco, ma Zeus, per ricompensarlo del danno subito, gli diede la facoltà di prevedere il futuro.
Chi è affetto da Sindrome di Tiresia, come il celebre indovino, “vede” ciò che accadrà nel futuro , ma è “cieco” a ciò che accade nel presente. E’ come se avesse un “oracolo interiore” a cui presta ascolto.
Questo oracolo interiore diventa una sorte di “profezia che si autoavvera” dove la persona si autoconvince di un esito futuro della sua vita e tenderà ad interpretare ed a muoversi, più o meno inconsapevolmente, in tal senso. In questo modo sarà “cieco” a tutto quello che nel presente non va in direzione della previsione futura.
Solitamente le profezie future, che le persone effettuano, sono negative e pessimistiche (come quelle di Tiresia) e diventano quindi limitanti per esiti positivi.
Ad esempio una persona che è convinta che lo attende, in futuro, un tracollo economico o professionale, non vedrà i segnali presenti che sconfermano tale visione, ma avrà un’attenzione selettiva solo a ciò che gli conferma la sua previsione e potrà anche arrivare, inconsapevolmente, a mettere in atto condotte che lo faranno fallire economicamente o professionalmente.
Un altro esempio è in campo scolastico, attraverso l’effetto Pigmalione, noto anche come effetto Rosenthal, il cui assunto di base è il seguente: se gli insegnati credono che un alunno sia meno dotato lo tratteranno, anche inconsapevolmente, in modo diverso dagli altri; l’alunno interiorizzerà il giudizio e si comporterà di conseguenza; si instaura così un circolo vizioso per cui l’alunno tenderà a divenire nel tempo proprio come l’insegnante lo aveva immaginato.
Attenti, quindi, ad espressione proprie ed altrui quali: “So già come andra finire” , “L’unico esito possibile è questo” ed altre ancora.
Non siate Tiresia di voi stessi, stando attenti ai vostri oracoli interiori e/o alle profezie che si autoavverano.
Psicologo, Psicoterapeuta
Studio in Milano, Roma, Napoli e Vietri sul Mare (Sa)
per contatti e consulenze private in studio, telefoniche e/o via Skype:
tel.320-8573502 email:cavalierer@iltuopsicologo.it
… Un mercante, una volta, mandò il figlio ad apprendere il segreto della felicità dal più saggio di tutti gli uomini. Il ragazzo vagò per quaranta giorni nel deserto, finché giunse a un meraviglioso castello in cima a una montagna. Là viveva il Saggio che il ragazzo cercava.
Invece di trovare un sant’uomo, però, il nostro eroe entrò in una sala dove regnava un’attività frenetica: mercanti che entravano e uscivano, ovunque gruppetti che parlavano, una orchestrina che suonava dolci melodie. E c’era una tavola imbandita con i più deliziosi piatti di quella regione del mondo. Il Saggio parlava con tutti, e il ragazzo dovette attendere due ore prima che arrivasse il suo turno per essere ricevuto.
Il Saggio ascoltò attentamente il motivo della visita, ma disse al ragazzo che in quel momento non aveva tempo per spiegargli il segreto della felicità. Gli suggerì di fare un giro per il palazzo e di tornare dopo due ore.
“Nel frattempo, voglio chiederti un favore”, concluse il Saggio, consegnandogli un cucchiaino da tè su cui versò due gocce d’olio. “Mentre cammini, porta questo cucchiaino senza versare l’olio.”
Il ragazzo cominciò a salire e scendere le scalinate del palazzo, sempre tenendo gli occhi fissi sul cucchiaino. In capo a due ore, ritornò al cospetto del Saggio.
Allora, gli domandò questi: “Hai visto gli arazzi della Persia che si trovano nella mia sala da pranzo? Hai visto i giardini che il Maestro dei Giardinieri ha impiegato dieci anni a creare? Hai notato le belle pergamene della mia biblioteca?”
Il ragazzo, vergognandosi, confessò di non avere visto niente. La sua unica preoccupazione era stata quella di non versare le gocce d’olio che il Saggio gli aveva affidato.
“Ebbene, allora torna indietro e guarda le meraviglie del mio mondo”, disse il Saggio. “Non puoi fidarti di un uomo se non conosci la sua casa.”
Tranquillizzato, il ragazzo prese il cucchiaino e di nuovo si mise a passeggiare per il palazzo, questa volta osservando tutte le opere d’arte appese al soffitto e alle pareti. Notò i giardini, le montagne circostanti, la delicatezza dei fiori, la raffinatezza con cui ogni opera d’arte disposta al proprio posto. Di ritorno al cospetto del Saggio, riferì particolareggiatamente su tutto quello che aveva visto.
“Ma dove sono le due gocce d’olio che ti ho affidato?” domandò il Saggio.
Guardando il cucchiaino, il ragazzo si accorse di averle versate.
“Ebbene, questo è l’unico consiglio che ho da darti”, concluse il più Saggio dei saggi.
“Il segreto della felicità consiste nel guardare tutte le meraviglie del mondo senza dimenticare le due gocce d’olio nel cucchiaino.”
– Il segreto della felicita- tratto dall’Alchimista di P. Coelho
Psicologo, Psicoterapeuta
Studio in Milano, Roma, Napoli e Vietri sul Mare (Sa)
per contatti e consulenze private in studio, telefoniche e/o via Skype:
tel.320-8573502 email:cavalierer@iltuopsicologo.it
Psicologo, Psicoterapeuta
Studio in Milano, Roma, Napoli e Vietri sul Mare (Sa)
per contatti e consulenze private in studio, telefoniche e/o via Skype:
tel.320-8573502 email:cavalierer@iltuopsicologo.it
Psicologo, Psicoterapeuta
Studio in Milano, Roma, Napoli e Vietri sul Mare (Sa)
per contatti e consulenze private in studio, telefoniche e/o via Skype:
tel.320-8573502 email:cavalierer@iltuopsicologo.it
Psicologo, Psicoterapeuta
Studio in Milano, Roma, Napoli e Vietri sul Mare (Sa)
per contatti e consulenze private in studio, telefoniche e/o via Skype:
tel.320-8573502 email:cavalierer@iltuopsicologo.it
Your account will be closed and all data will be permanently deleted and cannot be recovered. Are you sure?