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9 RIFLESSIONI SUI DISTURBI DEL COMPORTAMENTO ALIMENTARE

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LA SERENITA’ E LA FELICITA’ NON HANNO PESO 

Le seguenti riflessioni sono di Renate Göckel , psicologa e psicoterapeuta tedesca. esperta in disturbi del comportamento alimentare. Rappresentano un perfetto sunto degli aspetti psicologici di tale tipologia di disturbi e con una modalità diretta e sintetica aiutano ad avviare una riflessione consapevole sulle possibili cause.

  •  „L’anoressica sembra dire: «Tengo sotto controllo il mio corpo e i suoi bisogni, e vi odio tutti, voi che siete così deboli da cedere ai bisogni del vostro corpo. Io sono più forte di voi, mi sento superiore». Un soggetto anoressico ha sempre un che di inavvicinabile.“
  • „Tra anoressia, bulimia e obesità esistono più affinità che differenze e il lavoro terapeutico svolto con pazienti appartenenti a queste tre categorie ha sempre rivelato in modo inequivocabile che tutti i disturbi alimentari a carattere maniacale hanno radici comuni.“
  • „I soggetti anoressici, con la loro apparente fragilità, il loro corpo sfinito e consunto. suscitano un senso in parte di pietà, in parte di ammirazione, a volte anche di ribrezzo, sempre, comunque, di stupore.“
  • „Tra le donne bulimiche che ho conosciuto non ve ne era una che non avesse sperimentato l’ambiguo, contraddittorio messaggio materno: «Sii come me, e diversa da me».“
  • „Nella sessualità emerge chiaramente il principio cui obbediscono le donne che mangiano troppo: sopportare, reprimere il proprio desiderio o l’assenza di desiderio e al tempo stesso sforzarsi fingendo una voglia che immaginano ci si aspetti da loro. In questo modo credono di avere tutto in pugno.“
  • „La donna grassa, obesa, si isola fisicamente grazie alla sua barriera protettiva, dato che non riesce a farlo a livello psichico.“
  • „La donna bulimica accetta solo la propria immagine perfetta e rifiuta il vero Io, che quasi nemmeno conosce e di cui teme il manifestarsi.“
  • „Le donne che soffrono di disturbi alimentari temono di essere scoperte. Hanno bisogno di distanza proprio per non essere viste come in realtà sono: esseri fragili, bisognosi, con il terrore di essere respinti e di non ricevere ciò che desiderano.“
  • „Il cammino è la vita reale o, come dice un proverbio cinese: «La via è la vita». Per i bulimici è l’opposto: vorrebbero raggiungere la meta possibilmente subito e con sicurezza e saltare il cammino, cioè la vita.“

Dott. Roberto Cavaliere

Psicologo, Psicoterapeuta

Studio in Milano, Roma, Napoli e Vietri sul Mare (Sa)

per contatti e consulenze private in studio, telefoniche e/o via Skype:

tel.320-8573502 email:cavalierer@iltuopsicologo.it

TEST BETQ SULLE MOTIVAZIONI DELLE ABBUFFATE COMPULSIVE

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Il fatto di soffrire periodicamente di abbuffate è uno dei criteri diagnostici dell’anoressia nervosa, della bulimia nervosa e del binge eating disorder. Risulta quindi importante capire i motivi che scatenano le abbuffate.

Uno strumento utile a questo scopo è il Binge Eating Trigger Questionnaire (BETQ), questionario messo a punto da uno studioso olandese e adattato alla realtà italiana da uno dei più noti ricercatori italiani in materia di disturbi dell’alimentazione (Vanderlinden, J. e Dalla Grave, R.).

Il questionario ha lo scopo di approfondire le situazioni che hanno scatenato l’abbuffata; queste situazioni vengono chiamate “trigger”, che in inglese significa grilletto.

Nel compilare il questionario bisogna indicare per ogni abbuffata il “trigger” che ha preceduto il comportamento bulimico, indicando con una crocetta quella o quelle che più si avvicinano alla situazione che sentite e/o pensate che abbiano provocato l’abbuffata. Sono possibili anche più situazioni “trigger” contemporaneamente e ci sono anche spazi liberi per aggiungere eventuali “trigger” che voi avete sperimentato.

Consigliamo di compilare il questionario il più presto possibile dopo ogni abbuffata indicando anche il grado di sofferenza (ansia, rabbia, stress, tristezza ecc) che avete provato in quella specifica situazione “trigger” e assegnando un punteggio da 0 a 10 (0 nessuna sofferenza, 10 sofferenza estrema)

E’ importante anche segnarsi, almeno in sintesi, in un foglio a parte, quali erano le emozioni dominanti nel momento in cui si è scatenata l’abbuffata.

 

“Trigger” della mia abbuffata

Scegliete tutte le risposte che volete ed annotate per ogni risposta il livello di sofferenza assegnandogli un punteggio variabile da 0 a 10 ed il tipo di emozioni provate nel corso dell’abbuffata.

 

01    Mi sentivo rifiutata

02    Mi sentivo sola

03    Mi sentivo ansiosa

04    Mi sentivo in panico

05    Mi sentivo tesa

06    Mi sentivo depressa

07    Mi sentivo triste

08    Mi sentivo annoiata

09    Mi sentivo vuota dentro

10    Mi sentivo arrabbiata

11    Mi sentivo in colpa

12    Provavo vergogna

13    Mi sentivo senza valore

14    Mi sentivo non amata

15    Mi sentivo incompresa

16    Mi sentivo insoddisfatta

17    Mi sentivo irritata

18    Mi sentivo confusa

19    Mi sentivo frustrata

20    Mi sentivo disgustata

21    Avevo paura di crescere e di diventare adulta

22    Mi sentivo incapace di affrontare le responsabilità della vita

23    Ero preoccupata per il mio futuro

24    Avevo pensieri negativi su di me

25    Non avevo più voglia di vivere

26    Mi sentivo felice

27    Mi sentivo eccitata

28    Mi sentivo apprezzata

29    Mi sentivo amata

30    Mi sentivo una fallita

31    Avevo ricevuto dei complimenti

32    Mi sentivo euforica

33    Sentivo lo stomaco pieno

34    Avevo fame/sete

35    Avevo mangiato dolci

36    Avevo mangiato carne/pesce

37    Avevo affrontato dei cibi che di solito assumo durante le abbuffate

38    Avevo visto certi cibi (ne avevo sentito l’odore)

39    Avevo bevuto certe bevande

40    Avevo bevuto alcol

41    Sentivo l’impulso di mangiare dolci

42    Avevo saltato dei pasti

43    Ero a dieta

44    Avevo mangiato dei cibi “proibiti”

45    Avevo rotto una regola dietetica

46    Avevo sentito l’impulso di abbuffarmi e non sono riuscita a resistere

47    Avevo fumato

48    Avevo preso delle droghe

49    Avevo litigato con uno o più dei miei familiari durante il pasto

50    Fuori c’era buio

51    Avevo sentito delle persone scherzare sulla sessualità

52    Qualcuno mi aveva toccato fisicamente

53    Il mio partner voleva fare l’amore

54    Dopo un rapporto sessuale mi sentivo cattiva/sporca

55    Il dottore mi aveva chiesto di spogliarmi durante una visita medica

56    Mi avevano pesata

57    Ero preoccupata per il mio peso e l’aspetto fisico

58    Mi ero pesata

59    Mi avevano fatto una fotografia

60    Mi avevano ripresa in un video

61    Avevo sentito qualcuno strillare

62    Era un giorno dell’anno che mi ricordava delle esperienze traumatiche

63    Avevo fatto esercizio fisico in modo eccessivo

64    Ero eccitata sessualmente

65    Ero in un periodo nero

66    Avevo le mestruazioni

67    Mi sentivo grassa

68    Avevo pensieri disgustosi sul mio corpo

69    Mi ero vista grassa

70    Mi ero guardata allo specchio

71    Mi ero ricordata di esperienze traumatiche/dolorose

72    Qualcuno aveva fatto dei commenti sul mio aspetto fisico

73    Un uomo mi aveva corteggiato

74    Il mio ragazzo e/o la mia famiglia mi avevano criticato

75    Avevo litigato con il mio ragazzo o con i miei genitori

76    ……………………………………

77    ……………………………………

78    ……………………………………

79    ……………………………………

80    ……………………………………

 

Il risultato del test non è sufficiente per una diagnosi, pertanto si rimanda ad una valutazione specialistica.

TEST REPERITO SUL WEB

Dott. Roberto Cavaliere

Psicologo, Psicoterapeuta

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UNA CURA VIRTUALE CONTRO LE ABBUFFATE COMPULSIVE

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Una team di ricercatori italiani ha scoperto una cura possibile contro la sindrome delle abbuffate compulsive, ma anche contro la bulimia e tutti i disturbi dell’alimentazione: si tratta di un recettore – TAAR1 – presente sui neuroni della ‘corteccia prefrontale’ che, quando viene premuto, comanda di non lasciarsi andare a insalubri abbuffate. Lo  studio è stato condotto da Valentina Sabino e Pietro Cottone della Boston University, pubblicato sulla rivista Neuropsychopharmacology.

Cottone e Sabino si sono concentrati sul recettore TAAR1 che è presente nelle aree cerebrali del self control e della decisionalità. Gli scienziati hanno visto che TAAR1 è poco attivo nel cervello degli animali affetti da binge eating. Gli esperti hanno visto che somministrando agli animali la molecola RO5256390 il freno anti-abbuffata si riattiva e gli animali smettono immediatamente di abbuffarsi e non mostrano più i comportamenti patologici precedentemente messi in atto, ad esempio la ricerca spasmodica di cibo spazzatura e l’iperattivazione in presenza di stimoli associati al cibo.

I disturbi dell’alimentazione sono al centro di diversi studi. Secondo ricerca pubblicata sulla rivista Comprehensive Psychiatry, la realta’ virtuale aiuta a vincere i disturbi alimentari. Una cucina virtuale, dove si simula l’azione di mangiare pizza può essere utile per fermare l’impulso. Lo studio coinvolto una sessantina di soggetti sani e con disturbi dell’alimentazione, e’ stata svolta presso l’Universita’ di Valencia. E’ emerso che gli individui si sentono realmente in quella cucina e che chi soffre di disturbi del comportamento alimentare, mangiando la pizza, prova sentimenti negativi e l’ansia di mettere su peso. Inoltre i pazienti dopo il ciclo di terapia virtuale sembrano avere una riduzione dell’ansia da cibo, segno del valore terapeutico della realta’ virtuale.

Dottor Roberto Cavaliere

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