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Anoressia transitoria in adolescenza

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Anoressia Transitoria in Adolescenza: Un Fenomeno da Comprendere

L’adolescenza è un periodo di profonde trasformazioni fisiche, psicologiche e sociali. In questa fase di crescita, l’alimentazione può subire alterazioni temporanee che, in alcuni casi, assumono la forma di episodi di anoressia transitoria. Questo fenomeno si manifesta con una riduzione dell’appetito o un rifiuto temporaneo del cibo, senza però sfociare in una vera e propria patologia anoressica.

Cos’è l’Anoressia Transitoria?

L’anoressia transitoria in adolescenza si riferisce a episodi di restrizione alimentare che non evolvono in un disturbo alimentare cronico, come l’anoressia nervosa. Può trattarsi di periodi in cui l’adolescente riduce drasticamente l’assunzione di cibo a causa di stress, insicurezze legate all’immagine corporea, pressioni scolastiche o sociali, oppure cambiamenti ormonali tipici dell’età.

A differenza dell’anoressia nervosa, che è caratterizzata da una distorsione persistente dell’immagine corporea e un intenso timore di ingrassare, l’anoressia transitoria tende a risolversi spontaneamente, senza conseguenze patologiche a lungo termine.

Cause e Fattori Scatenanti

Le cause di questo fenomeno possono essere molteplici e spesso interconnesse:

  • Fattori psicologici: momenti di stress, ansia per la scuola, problemi familiari o pressioni sociali possono influenzare temporaneamente l’appetito.
  • Cambiamenti ormonali: l’adolescenza è una fase di rapida maturazione fisica e i cambiamenti ormonali possono alterare la percezione della fame.
  • Influenze sociali e culturali: i modelli estetici promossi dai media e dai social network possono indurre alcuni adolescenti a ridurre l’assunzione di cibo per adeguarsi a standard idealizzati.
  • Esperienze emotive intense: lutti, delusioni amorose o difficoltà relazionali possono portare a un momentaneo calo dell’appetito.

Come Riconoscerla?

I segnali dell’anoressia transitoria possono includere:

  • Perdita di interesse per il cibo o riduzione dell’appetito senza una ragione medica evidente.
  • Saltare pasti occasionalmente o evitare certi alimenti per paura di ingrassare.
  • Lamentarsi di sentirsi “troppo pieni” dopo aver mangiato poco.
  • Umore instabile, legato alla percezione del proprio corpo o ad altri fattori di stress.
  • Episodi limitati nel tempo, senza una perdita di peso significativa o altre manifestazioni tipiche dell’anoressia nervosa.

Quando Preoccuparsi?

L’anoressia transitoria, nella maggior parte dei casi, si risolve spontaneamente con il passare del tempo e con il supporto della famiglia e degli amici. Tuttavia, è importante monitorare la situazione per evitare che si trasformi in un disturbo alimentare vero e proprio.

Bisognerebbe prestare attenzione se:

  • Il calo dell’appetito persiste per settimane o mesi.
  • Si osserva una perdita di peso significativa e continua.
  • L’adolescente sviluppa un’ossessione per il peso, il cibo o l’esercizio fisico.
  • Si manifestano sintomi di ansia o depressione associati all’alimentazione.

In questi casi, è consigliabile rivolgersi a un medico, uno psicologo o un nutrizionista specializzato in disturbi alimentari.

Come Aiutare un Adolescente con Anoressia Transitoria?

Il ruolo della famiglia e dell’ambiente circostante è fondamentale nel favorire il recupero dell’equilibrio alimentare. Alcuni suggerimenti utili includono:

  • Creare un ambiente sereno: evitare pressioni eccessive sul cibo e sul peso corporeo.
  • Favorire un dialogo aperto: ascoltare le preoccupazioni dell’adolescente senza giudicarlo.
  • Dare il buon esempio: mantenere abitudini alimentari sane e un atteggiamento positivo nei confronti del corpo.
  • Incoraggiare un rapporto sano con il cibo: proporre pasti equilibrati senza insistere o forzare.
  • Osservare senza allarmismi: monitorare l’evoluzione della situazione, ma senza generare ansia.

Conclusioni

L’anoressia transitoria è un fenomeno comune in adolescenza e, nella maggior parte dei casi, non rappresenta un problema grave. Tuttavia, è fondamentale riconoscerne i segnali e fornire il giusto supporto per evitare che possa evolvere in un disturbo alimentare cronico. Educare i ragazzi a un rapporto equilibrato con il cibo e il proprio corpo, senza pressioni né estremismi, è la chiave per aiutarli a vivere serenamente questa fase della crescita.

Dottor Roberto Cavaliere Psicoterapeuta. Studio professionale in Milano, Roma e Salerno. Possibilità di effettuare sedute tramite videochiamata.

➡️Per info e contatti 3208573502 dotcavaliere@gmail.com

Sintomi prodromici dell’ Anoressia

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I sintomi prodromici dell’anoressia nervosa possono manifestarsi gradualmente e includono segnali fisici, comportamentali ed emotivi. Ecco alcuni dei più comuni:

1. Sintomi Comportamentali:

  • Preoccupazione ossessiva per il cibo (contare le calorie, leggere ossessivamente le etichette nutrizionali).
  • Riduzione progressiva delle porzioni o eliminazione di interi gruppi alimentari (es. carboidrati, grassi).
  • Evitare i pasti o trovare scuse per non mangiare (es. “ho già mangiato”, “non ho fame”).
  • Rituali alimentari insoliti, come tagliare il cibo in pezzi minuscoli o mangiare molto lentamente.
  • Eccessiva attenzione alla forma del corpo e frequente confronto con gli altri.
  • Aumento dell’attività fisica in modo ossessivo e sproporzionato all’alimentazione.
  • Isolamento sociale per evitare occasioni in cui si mangia insieme.

2. Sintomi Fisici:

  • Perdita di peso evidente o cambiamenti nella composizione corporea.
  • Sensazione di freddo costante dovuta alla riduzione del grasso corporeo.
  • Affaticamento e debolezza.
  • Capelli e unghie fragili, pelle secca.
  • Alterazioni del ciclo mestruale nelle donne.
  • Disturbi digestivi, come gonfiore o stitichezza.

3. Sintomi Psicologici:

  • Ansia o paura intensa di ingrassare, anche se sottopeso.
  • Distorsione dell’immagine corporea, ovvero percezione alterata del proprio peso.
  • Cambiamenti d’umore, irritabilità o depressione.
  • Perfezionismo e autocritica eccessivi.

Questi segnali possono comparire mesi o anni prima della diagnosi di anoressia e dovrebbero essere considerati campanelli d’allarme. Se si notano tali sintomi in sé o in qualcuno vicino, è importante consultare un medico o uno specialista in disturbi alimentari il prima possibile.

Dottor Roberto Cavaliere Psicoterapeuta. Studio professionale in Milano, Roma e Salerno. Possibilità di effettuare sedute tramite videochiamata.

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Correlazioni tra DOC e DCA

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CORRELAZIONI TRA DCA E DOC
Il disturbo ossessivo-compulsivo (DOC) e i disturbi del comportamento alimentare (DCA), come anoressia nervosa, bulimia nervosa e disturbo da alimentazione incontrollata, presentano numerose correlazioni a livello psicologico, comportamentale e neurobiologico. Le principali connessioni tra i due disturbi includono:

1. Sintomi ossessivo-compulsivi nei DCA

➡️Molte persone con anoressia nervosa, in particolare nel sottotipo restrittivo, mostrano pensieri ossessivi legati al cibo, al peso e alla forma corporea, così come rituali alimentari rigidi (es. contare le calorie, mangiare solo certi alimenti, pesarsi ripetutamente).

➡️Anche nella bulimia nervosa, possono essere presenti rituali compulsivi, come il bisogno di abbuffarsi e poi compensare con vomito autoindotto o esercizio fisico eccessivo.

2. Meccanismi di controllo e rigidità cognitiva

➡️Sia nel DOC che nei DCA si osserva un’elevata perfezionismo patologico e un forte bisogno di controllo.

➡️Le persone con DOC tendono a temere la perdita di controllo sui loro pensieri e azioni, mentre chi soffre di DCA spesso teme la perdita di controllo sul proprio corpo e sulla propria alimentazione.

3. Ansia e regolazione emotiva

➡️Entrambi i disturbi sono associati a livelli elevati di ansia.

➡️Il DOC è caratterizzato da ossessioni che generano ansia e compulsioni per ridurla.

➡️Nei DCA, il controllo del cibo e del corpo può servire come strategia di gestione dell’ansia, riducendo temporaneamente il disagio emotivo.

4. Neurobiologia e genetica condivisa

Studi di neuroimaging hanno mostrato anomalie simili nei circuiti cortico-striato-talamo-corticali, implicati nel controllo dei comportamenti ripetitivi e compulsivi.

Vi è anche una predisposizione genetica comune, con parenti di primo grado delle persone con DOC che presentano un rischio aumentato di sviluppare DCA e viceversa.

5. Comorbilità frequente

Il DOC e i DCA spesso coesistono nella stessa persona. Alcuni studi suggeriscono che fino al 25-69% delle persone con anoressia abbia anche sintomi ossessivo-compulsivi.

Alcuni sottotipi di DOC, come il DOC da contaminazione e il DOC da simmetria/perfezionismo, sono particolarmente associati ai DCA.

6. Trattamenti sovrapponibili

La terapia cognitivo-comportamentale (CBT) è efficace in entrambi i disturbi, aiutando a modificare i pensieri ossessivi e i comportamenti compulsivi.

Gli inibitori selettivi della ricaptazione della serotonina (SSRI), come la fluoxetina, vengono utilizzati sia nel DOC che nella bulimia nervosa per ridurre i sintomi compulsivi e le abbuffate.

Conclusione
Il DOC e i DCA condividono numerosi aspetti psicologici e neurobiologici, caratterizzati da ossessioni, compulsioni e ansia elevata. La loro comorbilità suggerisce che potrebbero rappresentare manifestazioni diverse di uno spettro comune di disturbi ossessivo-compulsivi. Un trattamento mirato a ridurre sia l’ansia che i comportamenti compulsivi può essere utile per affrontare entrambi i disturbi in modo efficace.

Dottor Roberto Cavaliere Psicoterapeuta. Studio professionale in Milano, Roma e Salerno. Possibilità di effettuare sedute tramite videochiamata.

➡️Per info e contatti 3208573502 dotcavaliere@gmail.com

Aspetti Psicologici Dipendenza da Zuccheri

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La dipendenza da zuccheri, spesso definita come “sugar addiction,” è un fenomeno che può avere un impatto significativo sul benessere psicologico e sul comportamento delle persone. Ecco alcuni aspetti psicologici legati a questa forma di dipendenza:

1. Meccanismi di ricompensa e piacere
Il consumo di zucchero attiva il sistema di ricompensa del cervello, in particolare attraverso il rilascio di dopamina, un neurotrasmettitore associato al piacere e alla gratificazione. Questo processo è simile a quello che avviene con altre sostanze che creano dipendenza, come le droghe o l’alcol, portando il cervello a cercare ripetutamente l’esperienza piacevole legata al consumo di zuccheri.

2. Craving e perdita di controllo
Le persone che sviluppano una dipendenza da zuccheri possono sperimentare forti desideri o “craving” per cibi dolci, anche in assenza di fame. Questo desiderio può diventare così intenso da far perdere il controllo sul consumo, portando a episodi di abbuffate. Questi comportamenti compulsivi sono spesso accompagnati da un senso di colpa o vergogna.

3. Regolazione delle emozioni
Lo zucchero può essere usato come mezzo per regolare le emozioni. Molte persone ricorrono al consumo di dolci in risposta a stress, ansia, tristezza o noia, poiché l’aumento temporaneo dei livelli di serotonina (l’ormone della felicità) può dare un senso di sollievo momentaneo. Tuttavia, questo effetto è di breve durata, e spesso seguito da un calo dell’umore, creando un circolo vizioso.

4. Associazione cibo-emozioni
Nel tempo, le persone possono sviluppare un’associazione tra cibo zuccherato ed emozioni positive, legando il consumo di dolci a momenti di gratificazione o conforto. Questa connessione può essere formata sin dall’infanzia, quando il cibo dolce viene usato come ricompensa o per celebrare eventi speciali, rinforzando così il legame emotivo.

5. Senso di dipendenza e frustrazione
Molti individui con dipendenza da zuccheri sperimentano sentimenti di dipendenza psicologica. Si sentono “bloccati” in un ciclo di consumo compulsivo e possono diventare frustrati nel tentativo di ridurre o eliminare lo zucchero dalla dieta. Il fallimento in questi tentativi può rafforzare una bassa autostima o sensazioni di impotenza.

6. Impatto sull’umore
Il consumo eccessivo di zucchero può provocare fluttuazioni dell’umore. Inizialmente, l’assunzione di zuccheri può dare una spinta energetica e un miglioramento temporaneo dell’umore. Tuttavia, quando i livelli di zucchero nel sangue scendono, è possibile sperimentare stanchezza, irritabilità e calo dell’umore, creando un ciclo in cui la persona sente di aver bisogno di più zucchero per ritrovare energia e benessere.

7. Somiglianza con altre dipendenze
Studi hanno suggerito che la dipendenza da zucchero può condividere molte somiglianze con la dipendenza da sostanze, inclusi i cambiamenti neurochimici nel cervello e la tolleranza (cioè, la necessità di quantità crescenti di zucchero per ottenere lo stesso effetto). Inoltre, l’interruzione improvvisa del consumo di zuccheri può provocare sintomi di astinenza, come mal di testa, irritabilità e malumore.

8. Isolamento sociale
La dipendenza da zucchero può portare anche a comportamenti di isolamento sociale. Alcuni individui possono evitare situazioni sociali in cui il cibo non è disponibile o dove sentono che il loro consumo eccessivo di dolci potrebbe essere giudicato. Questo isolamento può esacerbare sentimenti di solitudine e depressione.

In sintesi, la dipendenza da zuccheri non si limita a una questione di preferenze alimentari, ma coinvolge processi psicologici profondi legati alla regolazione delle emozioni, al sistema di ricompensa e ai comportamenti compulsivi. Combatterla richiede spesso non solo cambiamenti nella dieta, ma anche un approccio psicoterapeutico che affronti le radici emotive e cognitive del problema.

➡️Dottor Roberto Cavaliere Psicoterapeuta. Studio professionale in Milano, Roma e Salerno. Possibilità di effettuare sedute tramite videochiamata.

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9 RIFLESSIONI SUI DISTURBI DEL COMPORTAMENTO ALIMENTARE

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LA SERENITA’ E LA FELICITA’ NON HANNO PESO 

Le seguenti riflessioni sono di Renate Göckel , psicologa e psicoterapeuta tedesca. esperta in disturbi del comportamento alimentare. Rappresentano un perfetto sunto degli aspetti psicologici di tale tipologia di disturbi e con una modalità diretta e sintetica aiutano ad avviare una riflessione consapevole sulle possibili cause.

  •  „L’anoressica sembra dire: «Tengo sotto controllo il mio corpo e i suoi bisogni, e vi odio tutti, voi che siete così deboli da cedere ai bisogni del vostro corpo. Io sono più forte di voi, mi sento superiore». Un soggetto anoressico ha sempre un che di inavvicinabile.“
  • „Tra anoressia, bulimia e obesità esistono più affinità che differenze e il lavoro terapeutico svolto con pazienti appartenenti a queste tre categorie ha sempre rivelato in modo inequivocabile che tutti i disturbi alimentari a carattere maniacale hanno radici comuni.“
  • „I soggetti anoressici, con la loro apparente fragilità, il loro corpo sfinito e consunto. suscitano un senso in parte di pietà, in parte di ammirazione, a volte anche di ribrezzo, sempre, comunque, di stupore.“
  • „Tra le donne bulimiche che ho conosciuto non ve ne era una che non avesse sperimentato l’ambiguo, contraddittorio messaggio materno: «Sii come me, e diversa da me».“
  • „Nella sessualità emerge chiaramente il principio cui obbediscono le donne che mangiano troppo: sopportare, reprimere il proprio desiderio o l’assenza di desiderio e al tempo stesso sforzarsi fingendo una voglia che immaginano ci si aspetti da loro. In questo modo credono di avere tutto in pugno.“
  • „La donna grassa, obesa, si isola fisicamente grazie alla sua barriera protettiva, dato che non riesce a farlo a livello psichico.“
  • „La donna bulimica accetta solo la propria immagine perfetta e rifiuta il vero Io, che quasi nemmeno conosce e di cui teme il manifestarsi.“
  • „Le donne che soffrono di disturbi alimentari temono di essere scoperte. Hanno bisogno di distanza proprio per non essere viste come in realtà sono: esseri fragili, bisognosi, con il terrore di essere respinti e di non ricevere ciò che desiderano.“
  • „Il cammino è la vita reale o, come dice un proverbio cinese: «La via è la vita». Per i bulimici è l’opposto: vorrebbero raggiungere la meta possibilmente subito e con sicurezza e saltare il cammino, cioè la vita.“

Dott. Roberto Cavaliere

Psicologo, Psicoterapeuta

Studio in Milano, Roma, Napoli e Vietri sul Mare (Sa)

per contatti e consulenze private in studio, telefoniche e/o via Skype:

tel.320-8573502 email:cavalierer@iltuopsicologo.it

L’OSSESSIONE PER IL CORPO E’ PRESENTE DA BAMBINA

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Secondo una ricerca condotta da GirlGuiding UK, una ragazza su tre dai sette ai 10 anni si sente giudicata in base al proprio aspetto fisico e sente il bisogno di dover apparire perfetta.
Lo studio annuale promosso dall’organizzazione benefica inglese rivela solo il 61% delle intervistate tra i 7 e i 21 anni si dichiara felice del proprio corpo e di come appare. Nel 2011, erano di più: il 73%. Più di un terzo delle ragazze nella fascia d’età presa in analisi concorda che le donne vengono valutate più per l’apparenza che per le loro capacità e competenze, e il 36% dichiara di essere spinta a considerare il loro aspetto come la caratteristica più importante. Loro, di questo non sono affatto felici: sempre secondo lo studio, le giovani intervistate hanno risposto che la loro vita migliorerebbe di molto se le persone smettessero di giudicare le donne in base all’aspetto fisico.
Non stiamo parlando di adulte, ma di bambine – perché di questo si tratta – dai sette ai 10 anni, che vanno ancora alle scuole elementari, e dovrebbero pensare a giocare, ai compiti e al loro sport preferito. Crescere con l’ossessione dell’apparenza e dell’accettazione altrui, non solo toglie alle ragazzine la serenità di cui hanno bisogno, ma è anche estremamente dannoso per le conseguenze: può portare a problemi di depressione, insicurezza, ansia e disturbi alimentari. Perché lo stress di essere sempre in ordine e apprezzate è strettamente correlato al non sentirsi abbastanza per tutto il resto. Sono brillante, competente nel mio lavoro, responsabile, socievole. Ma non abbastanza bella, abbastanza longilinea, abbastanza formosa, abbastanza glamour. Mai. Il messaggio dannoso è che le donne, fin da piccole, debbano sempre dimostrare di essere di più. Rispetto agli uomini, anche. Il problema riguarda entrambi i sessi, certo, ma non in termini paragonabili.
Le immagini delle pubblicità, dei film e dei social network bombardano quotidianamente i più piccoli con standard irreali. Ideali che andrebbero ridimensionati e disincentivati in famiglia – per esempio evitando alle bambine concorsi di bellezza o simili e lasciandole fare le bambine appunto – e a scuola, educando alla non-discriminazione in base alle differenze e alle apparenze. GirlGuiding dopo la ricerca ha iniziato a farlo e ha lanciato una sfida per il mese di ottobre: invita tutti a complimentarsi con le ragazze dicendole quanto siano grandiose senza fare alcun riferimento al loro aspetto fisico.

Dottoressa Rosalia Cipollina

(Psicologa e Psicoterapeuta specializzata in Psicologia Scolastica e dell’età evolutiva)

riceve in studio a Roma, Napoli e Salerno ed effettua consulenze telefoniche e via Skype a pagamento per chi è impossibilitato a recarsi in studio.
Per prenotare una consulenza scrivere a cipollinar@iltuopsicologo.it o chiamare il 320 3744077

TEST SUL COMPORTAMENTO ALIMENTARE

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Comportamento alimentare – Test sulla condotta alimentare di Garner e Garfinkel – EATING ATTITUDE TEST (DM Garner, PE Garfinkel, 1979)

Fai una crocetta sul numero corrispondente alla definizione che meglio descrive la tua condizione. La maggior parte delle domande ha come oggetto il cibo o il mangiare, anche se ci sono delle domande di altro tipo. Compila la scheda con cura rispondendo con sincerità a tutte le domande.

Inizio modulo

Frase n°1 : 
Sono terrorizzato dall’ idea di essere sovrappeso.
Mai
Raramente
Talvolta
Spesso
Molto Spesso
Sempre

Frase n°2
Evito di mangiare quando sono affamato.
Mai
Raramente
Talvolta
Spesso
Molto Spesso
Sempre

Frase n°3:
Sono costantemente preoccupato per il cibo
Mai
Raramente
Talvolta
Spesso
Molto Spesso
Sempre

Frase n°4:
Quando sento che, durante il pasto, potrei non riuscire a fermarmi, continuo a mangiare fino ad abbuffarmi
Mai
Raramente
Talvolta
Spesso
Molto Spesso
Sempre

Frase n°5:
Taglio il cibo in pezzi molto piccoli 
Mai
Raramente
Talvolta
Spesso
Molto Spesso
Sempre

Frase n°6:
Conosco sempre il contenuto calorico di quello che mangio
Mai
Raramente
Talvolta
Spesso
Molto Spesso
Sempre

Frase n°7:
Evito soprattutto i cibi ad alto contenuto di carboidrati (ad esempio, pane, patate, riso, ecc.) 
Mai
Raramente
Talvolta
Spesso
Molto Spesso
Sempre

Frase n°8
Penso che gli altri vorrebbero che io mangiassi di più.
Mai
Raramente
Talvolta
Spesso
Molto Spesso
Sempre

Frase n°9:
Vomito dopo aver mangiato.
Mai
Raramente
Talvolta
Spesso
Molto Spesso
Sempre

Frase n°10:
Mi sento estremamente in colpa dopo aver mangiato
Mai
Raramente
Talvolta
Spesso
Molto Spesso
Sempre

Frase n°11
Sono ossessionato dal desiderio di essere più magro 
Mai
Raramente
Talvolta
Spesso
Molto Spesso
Sempre

Frase n°12:
Quando faccio esercizio fisico, penso a quante calorie sto consumando
Mai
Raramente
Talvolta
Spesso
Molto Spesso
Sempre

Frase n°13: 
Gli altri pensano che io sia troppo magro
Mai
Raramente
Talvolta
Spesso
Molto Spesso
Sempre

Frase n°14:
Sono ossessionato dal pensiero del grasso che è nel mio corpo.
Mai
Raramente
Talvolta
Spesso
Molto Spesso
Sempre

Frase n°15: 
Impiego più tempo degli altri a consumare i miei pasti 
Mai
Raramente
Talvolta
Spesso
Molto Spesso
Sempre

Frase n°16:
Evito i cibi che contengono zucchero
Mai
Raramente
Talvolta
Spesso
Molto Spesso
Sempre

Frase n°17: 
Mangio cibi dietetici
Mai
Raramente
Talvolta
Spesso
Molto Spesso
Sempre

Frase n°18:
Sento che il cibo controlla la mia vita 
Mai
Raramente
Talvolta
Spesso
Molto Spesso
Sempre

Frase n°19:
Riesco a controllarmi per ciò che riguarda il cibo 
Mai
Raramente
Talvolta
Spesso
Molto Spesso
Sempre

Frase n°20:
Sento che gli altri vorrebbero costringermi a mangiare
Mai
Raramente
Talvolta
Spesso
Molto Spesso
Sempre

Frase n°21:
Dedico sempre troppo tempo e troppi pensieri al cibo
Mai
Raramente
Talvolta
Spesso
Molto Spesso
Sempre

Frase n°22:
Mi sento a disagio, agitato, quando ho mangiato dei dolci
Mai
Raramente
Talvolta
Spesso
Molto Spesso
Sempre

Frase n°23:
Cerco di stare a dieta 
Mai
Raramente
Talvolta
Spesso
Molto Spesso
Sempre

Frase n°24:
Mi piace sentire che il mio stomaco è vuoto
Mai
Raramente
Talvolta
Spesso
Molto Spesso
Sempre

Frase n°25:
Dopo aver mangiato sento l’ impulso di vomitare
Mai
Raramente
Talvolta
Spesso
Molto Spesso
Sempre

Frase n°25:
Mi piace assaggiare cibi nuovi ed elaborati
Mai
Raramente
Talvolta
Spesso
Molto Spesso
Sempre

per le prime 25 domande devi assegnare i seguenti punteggi alle risposte:

Sempre = 3 punti
Di solito = 2 punti
Spesso = 1 punto
Talvolta = 0 punti
Raramente = 0 punti
Mai = 0 punti

Per l’ultima domanda invece, (domanda 26) devi assegnare i seguenti punteggi alle risposte:

Sempre = 0 punti
Di solito = 0 punti
Spesso = 0 punti
Talvolta = 1 punto
Raramente = 2 punti
Mai = 3 punti

Il punteggio totale del test si ottiene sommando i punteggi ottenuti nelle singole domande.

Recentemente al test sono state aggiunte le seguenti Domande comportamentali:

Metta un cerchio sul numero che le sembra più appropriato di ognuna delle seguenti domande.

1= Mai.

2 = Da una volta a parecchie volte al mese

3 = Una volta alla settimana.

4 = Da 2 a sei volta la settimana.

5 = Una volta al giorno

6 = Più di una volta al giorno.

Durante qualsiasi periodo di tre mesi del passato quale è stata la più alta frequenza di questi comportamenti:

1) Ha avuto mai delle abbuffate?

1  2  3  4  5  6

2) Si è indotta il vomito per controllare il suo peso o le sue forme corporee?

1  2  3  4  5  6

3) Ha usato lassativiper controllare il suo peso o le sue forme corporee?

1  2  3  4  5  6

4) E’ stata curata per un disturbo dell’alimentazione?

1  2  3  4  5  6

5) Ha pensato o tentato di suicidarsi?

1  2  3  4  5  6

Negli ultimi 3 mesi ha avuto uno dei seguenti comportamenti?

1) Ha avuto mai delle abbuffate?

1  2  3  4  5  6

2) Si è indotta il vomito per controllare il suo peso o le sue forme corporee?

1  2  3  4  5  6

3) Ha usato lassativiper controllare il suo peso o le sue forme corporee?

1  2  3  4  5  6

4) E’ stata curata per un disturbo dell’alimentazione?

1  2  3  4  5  6

5) Ha pensato o tentato di suicidarsi?

1  2  3  4  5  6

I criteri da usarsi per decidere se necessiti di ulteriori approfondimenti o terapie sono i seguenti (nel senso che almeno uno deve essere presente):

1. Un punteggio uguale o superiore a 20 nell’EAT-26

2. Almeno una risposta affermativa ad almeno una delle cinque domande comportamentali

3. Un indice di massa corporea (BMI) inferiore a 18

4. Il fatto che tu abbia la sensazione di avere un qualche problema col cibo e richieda quindi spontaneamente una consulenza specialistica

Dott. Cavaliere Roberto 

Psicologo, Psicoterapeuta

Studio in Milano, Roma, Napoli e Vietri sul Mare (Sa)

per contatti e consulenze private tel.320-8573502 email:cavalierer@iltuopsicologo.it