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La leggenda dello Schiaccianoci ed i significati psicologici

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“La Leggenda dello Schiaccianoci” è una fiaba che ha avuto diverse interpretazioni nel corso degli anni, ma la versione più conosciuta è quella legata al balletto “Lo Schiaccianoci” di Čajkovskij, basato sul racconto di E.T.A. Hoffmann “Schiaccianoci e il re dei topi”. La storia, per chi non la conoscesse, narra di una giovane ragazza, Clara, che la notte di Natale riceve in regalo uno schiaccianoci a forma di soldato. Durante la notte, Clara sogna che lo Schiaccianoci prende vita, combatte contro il Re dei Topi e, dopo averlo sconfitto, la conduce in un regno incantato.

✅Significato psicologico:

1. Rito di passaggio e crescita personale: Clara, la protagonista, rappresenta la fase di transizione dall’infanzia all’adolescenza. Il suo viaggio onirico, che inizia con l’incontro con lo Schiaccianoci e termina nel regno incantato, simboleggia la scoperta di sé e il passaggio a una nuova fase della vita.

2. Lotta tra il bene e il male: La battaglia tra lo Schiaccianoci e il Re dei Topi può essere vista come una rappresentazione simbolica della lotta interna tra i desideri e le paure. Il Re dei Topi rappresenta le paure, le ansie e i lati oscuri della mente, mentre lo Schiaccianoci incarna la protezione, la forza e la capacità di superare queste paure.

3. Sessualità e scoperta dell’amore: Secondo alcune interpretazioni, l’intera storia può anche essere letta come un’allegoria della scoperta della sessualità e dell’amore. Lo Schiaccianoci, che si trasforma da oggetto inanimato in un principe, potrebbe rappresentare il risveglio dei sentimenti amorosi e la scoperta di una nuova dimensione emotiva nella vita di Clara.

4. Sogno come strumento di crescita: Il viaggio che Clara compie all’interno del sogno può essere visto come una metafora del processo di crescita e di auto-scoperta che avviene nel subconscio. I sogni sono spesso interpretati come una via per esplorare aspetti nascosti della psiche e, in questo contesto, il sogno di Clara riflette il suo sviluppo interiore e l’accettazione del cambiamento.

5. Riconciliazione con il mondo adulto: Lo Schiaccianoci e il regno incantato possono essere visti come la metafora dell’accettazione e riconciliazione di Clara con il mondo adulto, un mondo che inizialmente appare minaccioso e incomprensibile, ma che, attraverso il sogno, diventa affascinante e pieno di promesse.

✅In sintesi, “Lo Schiaccianoci” può essere interpretato come una storia di crescita e trasformazione, in cui la protagonista attraversa una serie di esperienze simboliche che la conducono a una maggiore consapevolezza di sé e del mondo che la circonda.

Dottor Roberto Cavaliere Psicoterapeuta. Studio professionale in Milano, Roma e Salerno. Possibilità di effettuare sedute tramite videochiamata.

➡️Per info e contatti 3208573502 dotcavaliere@gmail.com

Una metafora per riflettere sulla Psicoterapia

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Racconto questa metafora per delineare in maniera ironica determinati approcci teorici e pratici in psicoterapia.

✅Uno studente di psicologia chiede al proprio professore quale sia la differenza tra scienza, filosofia e psicoterapia.

✅Il professore risponde:

– La scienza cerca in una stanza buia un gatto nero e, attraverso vari tentativi ed errori, riesce a individuarlo.

– La filosofia cerca in una stanza buia un gatto nero che non c’è, e non lo trova perché, al pari dei quesiti filosofici, non esiste una risposta definitiva.

– La psicoterapia cerca in una stanza buia un gatto nero che non c’è e afferma di trovarlo a tutti i costi.

✅Questa metafora vuole rappresentare il fatto che la psicoterapia spesso cerca di fornire una risposta esistenziale al disagio psicologico. Sebbene questo approccio sia, nella maggior parte dei casi, corretto, non è sempre necessario trovare una causa nel passato.

✅Può capitare di stare male a causa di una determinata struttura o disturbo di personalità, per una normale reazione a un evento recente, o per altre cause che non hanno necessariamente radici nell’infanzia. Fare un’accurata disamina dei sintomi, degli eventi e della struttura di personalità senza accanirsi nella ricerca di cause nel passato può agevolare il percorso psicoterapeutico.

✅Al contrario, insistere nel voler trovare a tutti i costi il “gatto nero” può compromettere il buon esito della psicoterapia, poiché non si può eliminare ciò che non esiste (il gatto nero) né attribuire a quest’ultimo l’origine di tutti i mali.

Dottor Roberto Cavaliere Psicoterapeuta. Studio professionale in Milano, Roma e Salerno. Possibilità di effettuare sedute tramite videochiamata.

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ASPETTI POSITIVI E NEGATIVI DI DIVERSI TIPI DI PSICOTERAPIA

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La psicoterapia è una forma di trattamento per disturbi mentali e problemi emotivi che implica il dialogo con un professionista della salute mentale. Esistono diverse forme di psicoterapia, ciascuna con i propri aspetti positivi e negativi. Di seguito una panoramica delle principali forme di psicoterapia e dei loro aspetti positivi e negativi:

✅Psicoterapia Cognitivo-Comportamentale (CBT)

Aspetti Positivi:
– Efficacia Comprovata: Ampiamente supportata da ricerche scientifiche per il trattamento di depressione, ansia, fobie, disturbo ossessivo-compulsivo (OCD), PTSD, e altri.
– Orientata agli Obiettivi: Focalizzata su problemi specifici e sulla ricerca di soluzioni pratiche.
– Temporaneamente Limitata: Spesso di breve durata rispetto ad altre forme di terapia.
– Strutturata: Offre un approccio strutturato e sistematico.

Aspetti Negativi:
– Non Adatta a Tutti: Alcuni pazienti potrebbero non rispondere bene a un approccio così strutturato e diretto.
– Concentrazione sul Comportamento: Potrebbe non affrontare adeguatamente problemi emotivi profondi o traumi del passato.

✅Psicoterapia Psicodinamica

Aspetti Positivi:
– Approfondimento: Esplora conflitti inconsci, traumi passati e dinamiche familiari che influenzano il comportamento attuale.
– Lunga Durata: Può offrire cambiamenti profondi e duraturi nel tempo.
– Adatta a Problemi Complessi: Efficace nel trattamento di problemi psicologici complessi e cronici.

Aspetti Negativi:
– Durata: Spesso richiede un impegno a lungo termine, che può essere costoso e impegnativo.
– Prove di Efficacia: Meno supportata da studi scientifici rigorosi rispetto alla CBT.

✅Terapia Interpersonale (IPT)

Aspetti Positivi:
– Efficacia per Depressione: Ha dimostrato efficacia nel trattamento della depressione e dei disturbi dell’umore.
– Focalizzata sulle Relazioni: Migliora le abilità interpersonali e affronta problemi relazionali.
– Temporaneamente Limitata: Di solito di durata breve (12-16 settimane).

Aspetti Negativi:
– Limitata ad Alcuni Disturbi: Principalmente utilizzata per la depressione, potrebbe non essere adatta per altri tipi di disturbi.

✅Terapia Umanistica (ad esempio, Terapia della Gestalt, Terapia Centrata sul Cliente)

Aspetti Positivi:
– Approccio Empatico: Centrato sull’empatia, l’autenticità e il rispetto del paziente.
– Focus sul Presente: Aiuta i pazienti a vivere nel momento presente e a sviluppare il proprio potenziale.

Aspetti Negativi:
– Meno Strutturata: Può mancare di struttura e obiettivi chiari, che alcuni pazienti trovano meno utile.
– Efficacia Variabile: Meno supportata da ricerche scientifiche rispetto alla CBT.

✅Terapia Familiare e di Coppia

Aspetti Positivi:
– Focus sulle Relazioni: Affronta problemi all’interno del contesto familiare o di coppia.
– Collaborativa: Coinvolge più membri della famiglia o della coppia, promuovendo una soluzione collaborativa.

Aspetti Negativi:
– Complessità: Gestire dinamiche familiari o di coppia può essere complesso e richiedere molto tempo.
– Disponibilità e Partecipazione: Tutti i membri coinvolti devono essere disponibili e disposti a partecipare attivamente.

✅Terapia Dialettico-Comportamentale (DBT)

Aspetti Positivi:
– Efficacia per Disturbo Borderline: Particolarmente efficace per il trattamento del disturbo borderline di personalità.
– Combinazione di Tecniche: Combina tecniche di CBT con pratiche di mindfulness e accettazione.

Aspetti Negativi:
– Intensità: Richiede un impegno significativo in termini di tempo e partecipazione, includendo spesso sessioni individuali e di gruppo.

✅Terapia Cognitiva Basata sulla Mindfulness (MBCT)

Aspetti Positivi:
– Efficacia per la Prevenzione delle Ricadute: Efficace nella prevenzione delle ricadute depressive.
– Focus sulla Consapevolezza: Aiuta i pazienti a sviluppare una maggiore consapevolezza del proprio stato emotivo.

Aspetti Negativi:
– Richiede Pratica: La pratica della mindfulness richiede tempo e impegno per essere efficace.
– Non Adatta a Tutti: Alcuni pazienti potrebbero trovare difficile impegnarsi in pratiche meditative.

➡️In sintesi, ogni forma di psicoterapia ha i suoi punti di forza e di debolezza. La scelta del tipo di terapia dipende dalla natura del disturbo, dalle preferenze personali del paziente e dalla raccomandazione del terapeuta. Un approccio integrato che combina diverse tecniche può spesso essere il più efficace.

Dottor Roberto Cavaliere Psicoterapeuta. Studio professionale in Milano, Roma e Salerno. Possibilità di effettuare sedute tramite videochiamata.

➡️Per info e contatti 3208573502  dotcavaliere@gmail.com

LA TECNICA DELLA DESENSIBILIZZAZIONE SISTEMATICA

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La desensibilizzazione sistematica è una tecnica terapeutica utilizzata principalmente per trattare le fobie e altre forme di ansia. È stata sviluppata negli anni ’50 dallo psicologo Joseph Wolpe. La tecnica si basa sui principi del condizionamento classico e mira a ridurre gradualmente la risposta di ansia di una persona a un particolare stimolo fobico.

Il processo di desensibilizzazione sistematica generalmente comprende tre fasi principali:

➡️1. **Addestramento al rilassamento:** Il terapeuta insegna al paziente delle tecniche di rilassamento, come il rilassamento muscolare progressivo o la respirazione profonda. Questo è fondamentale perché il rilassamento serve a contrastare la risposta di ansia.

➡️2. **Costruzione di una gerarchia di paura:** Il paziente e il terapeuta creano una lista (gerarchia) degli stimoli ansiogeni relativi alla fobia, ordinati dal meno al più spaventoso. Ad esempio, se una persona ha paura dei cani, la gerarchia potrebbe iniziare con la visione di una foto di un cane e finire con l’interazione diretta con un cane.

➡️3. **Esposizione graduale agli stimoli della gerarchia:** Il paziente viene gradualmente esposto agli stimoli ansiogeni partendo dal meno spaventoso, utilizzando le tecniche di rilassamento per mantenere la calma. Si passa al livello successivo della gerarchia solo quando il paziente riesce a gestire l’ansia associata al livello corrente.

✅L’obiettivo finale della desensibilizzazione sistematica è che il paziente impari a rispondere agli stimoli ansiogeni senza provare ansia eccessiva, sostituendo così la risposta fobica con una risposta di rilassamento o indifferenza.

Dottor Roberto Cavaliere Psicoterapeuta. Studio professionale in Milano, Roma e Salerno. Possibilità di effettuare sedute tramite videochiamata.

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LA TECNICA DELLA RISTRUTTURAZIONE COGNITIVA

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LA RISTRUTTURAZIONE COGNITIVA è una tecnica fondamentale della Terapia Cognitivo-Comportamentale (CBT) progettata per aiutare le persone a identificare, sfidare e modificare i pensieri disfunzionali e negativi che contribuiscono ai problemi emotivi e comportamentali. Questo processo mira a sostituire questi pensieri con interpretazioni più realistiche e bilanciate.

✅ Fasi della Ristrutturazione Cognitiva

1. **Identificazione dei Pensieri Automatici**
– **Consapevolezza**: Iniziare a notare i pensieri automatici che si verificano in risposta a eventi specifici. Questi pensieri sono spesso rapidi, abituali e possono passare inosservati.
– **Diari dei Pensieri**: Utilizzare diari o registri dei pensieri per documentare i pensieri negativi, le emozioni associate e le situazioni che li hanno innescati.

2. **Valutazione dei Pensieri Automatici**
– **Esame delle Evidenze**: Analizzare le prove a sostegno e contro il pensiero negativo. Questo aiuta a determinare se il pensiero è basato su fatti o su distorsioni cognitive.
– **Domande Socratiche**: Porsi domande per esplorare la validità dei pensieri negativi, come “Quali prove ho che questo pensiero è vero?” o “Ci sono altre spiegazioni possibili?”

3. **Sfidare i Pensieri Negativi**
– **Distorsioni Cognitive**: Riconoscere e identificare distorsioni cognitive comuni, come il pensiero tutto-o-niente, la catastrofizzazione, la sovrageneralizzazione e la lettura del pensiero.
– **Alternative Bilanciate**: Sviluppare interpretazioni alternative che siano più realistiche e bilanciate, basate sulle prove disponibili.

4. **Sostituzione dei Pensieri Negativi**
– **Pensieri Alternativi**: Sostituire i pensieri negativi con pensieri alternativi più positivi e realistici. Questo può includere affermazioni positive o interpretazioni più equilibrate della situazione.
– **Pratica e Ripetizione**: Continuare a praticare la ristrutturazione cognitiva fino a quando i nuovi pensieri diventano automatici.

✅ Esempio Pratico

Supponiamo che una persona abbia il pensiero automatico: “Sono un fallimento perché ho commesso un errore al lavoro.”

1. **Identificazione del Pensiero Automatico**: “Sono un fallimento perché ho commesso un errore al lavoro.”

2. **Valutazione del Pensiero Automatico**:
– **Esame delle Evidenze**:
– Prove a favore: “Ho commesso un errore al lavoro.”
– Prove contro: “Ho avuto molti successi al lavoro, questo è solo un singolo errore.”

3. **Sfidare il Pensiero Negativo**:
– Distorsioni Cognitive: “Sovrageneralizzazione – sto giudicando tutto il mio valore basandomi su un singolo errore.”
– Domande Socratiche: “Ci sono altre persone che commettono errori al lavoro? Questo significa che sono tutti fallimenti?”

4. **Sostituzione del Pensiero Negativo**:
– Pensiero Alternativo: “Ho commesso un errore, ma questo non definisce il mio valore. Ho avuto molti successi e posso imparare da questo errore.”

✅ Strumenti e Tecniche Utilizzati nella Ristrutturazione Cognitiva

– **Diari dei Pensieri**: Strumenti per registrare e analizzare i pensieri automatici, le emozioni e le situazioni correlate.
– **Questioning Socratico**: Tecnica per sfidare i pensieri negativi attraverso domande esplorative.
– **Carte di Coping**: Carte che riportano pensieri alternativi e strategie di coping da utilizzare in situazioni difficili.
– **Role-playing**: Tecnica per praticare nuove risposte cognitive e comportamentali in un ambiente controllato.

✅ Conclusione

  • La ristrutturazione cognitiva è una componente essenziale della CBT che aiuta le persone a diventare consapevoli dei loro pensieri disfunzionali, a sfidarli e a sostituirli con interpretazioni più realistiche e positive. Questo processo può portare a miglioramenti significativi nella gestione delle emozioni e nei comportamenti, contribuendo a un maggiore benessere psicologico.

Dottor Roberto Cavaliere Psicoterapeuta. Studio professionale in Milano, Roma e Salerno. Possibilità di effettuare sedute tramite videochiamata.

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I “LAVORI” SU NOI STESSI CHE DOVREMMO FARE

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Un giorno una persona salì sulla montagna dove si rifugiava una donna eremita che meditava, e le chiese:
– “Cosa fai in tanta solitudine?”
Al che lei rispose:
– “Ho un sacco di lavoro da fare.”
– “E come fai ad avere così tanto lavoro? …non vedo niente qui…”
– “Devo allenare due falchi e due aquile, tranquillizzare due conigli, disciplinare un serpente, motivare un asino e domare un leone.”
– “E dove sono? …non li vedo…”
– “Li ho dentro.”
– “I falchi si lanciano su tutto quello che mi viene presentato, buono o cattivo, devo allenarli a lanciarsi su cose buone. Sono i miei occhi.”
– “Le due aquile con i loro artigli feriscono e distruggono, devo insegnare loro a non fare del male. Sono le mie mani.”
– “I conigli vogliono andare dove vogliono, scappano dall’affrontare situazioni difficili, devo insegnare loro a stare tranquilli anche se c’è sofferenza o ostacoli. Sono i miei piedi.”
– “L’asino è sempre stanco, è testardo, molto spesso non vuole portare il suo peso. È il mio corpo.”
– “Il più difficile da domare è il serpente. Anche se è rinchiuso in una gabbia robusta, è sempre pronto a mordere e avvelenare chiunque sia vicino. Devo disciplinarlo. È la mia lingua.”
– “Ho anche un leone. Oh… è fiero, vanitoso, crede di essere il re. Devo domarlo. È il mio ego.”
– “Come vedi, amico, ho molto lavoro da fare. E tu? A cosa stai lavorando?”.
(Antica leggenda Zen)

Dott. Roberto Cavaliere

Psicologo, Psicoterapeuta

Studio in Milano, Roma, Napoli e Vietri sul Mare (Sa)

per contatti e consulenze private (anche telefoniche o via Skype) tel.320-8573502 email:cavaliere@iltuopsicologo.it

ANSIE E PAURE VANNO ACCOLTE E BACIATE

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“I miei demoni li ho nutriti con l’accettazione e l’ascolto. Li ho fatti sedere intorno a me e li ho chiamati per nome, solo allora hanno smesso di farmi paura e sono diventati alleati potenti.
Avevano il nome di mia madre, , del ricatto, dell’invisibilità, dell’inadeguatezza, del dolore della perdita, della ferita d’amore, della paura.
Finché li ho combattuti o ignorati hanno divorato la mia vita e le mie relazioni.
I demoni vanno abbracciati, in quel momento ti apriranno le porte della rinascita.
Il demone della paura ti parlerà di quanto ti sei allontanata dalla tua natura, ti parlerà delle passioni che hai messo a tacere, della tua voce che non ascolti più, di come sei rimasta incastrata in una vita che non è quella che desideri.
Il demone dell’invisibilitá ti racconterà del tuo bisogno di brillare, quello dell’inadeguatezza ti mostrerà i tuoi doni e il tuo potere personale.
Ognuno di loro avrà una storia da raccontarti, ascoltala. I demoni sono come i draghi, vanno baciati, non vanno uccisi.” Bride an Geal
Il brano riportato sintetizza un concetto essenziale per combattere le proprie ansie e paure: vanno accolte e baciate, non respinte ed uccise. Ansie e Paure possono diventare dei preziosi alleati per poter ritrovare la nostra autenticità e per ritrovare la rinascita perchè spesso insorgono quando abbiamo smarrito noi stessi.
Non aggiungo altro perche il brano riportato descrive, magistralmente, questa nuova visione dei nostri demoni interiori.

Dott. Roberto Cavaliere

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La Lettera di Carl G. Jung sul Significato della Vita

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La seguente lettera fu scritta dal famoso psicanalista C.G.Jung ad una sua amica che aveva perso la persona amata. Nella lettera Jung non cade nella retorica consolatoria ma avvia una profonda riflessione sul significato della vita.

“Mia cara amica,

lei si chiede, e mi chiede, come possa la vita continuare dopo un evento così doloroso come solo può esserlo il distacco dall’amato, dalla persona cioè alla quale abbiamo unito il nostro desiderio e con la quale abbiamo affidato tutto noi stessi nelle mani del futuro. È questo è un interrogativo al quale, debbo confessarle, non so dare risposte.

Per quanto vittoriosa sia la fede, per quanta temperata, pure essa non sovrasta l’enigma della morte.

Quando la morte si manifesta sul nostro cammino, quando ci sottrae il nostro bene, è violenza insostenibile dalla quale sempre siamo sconfitti. E per quanto profonda possa essere, come lei gentilmente mi attribuisce, la conoscenza dell’animo umano, ebbene essa ci conduce solo là dove non si può che ammettere, per quanto a malincuore, la propria ignoranza.

Ugualmente lei mi impone di osare, e giustamente. Ebbene, per cominciare, debbo avvisarla di non prestare orecchio alle facili consolazioni che certamente riceve e riceverà e che sempre più d’altra parte si vanno facendo folla intorno a noi, complice la stessa psicologia di cui vorremmo essere fedeli e umili testimoni.

Le consolazioni consolano anzitutto i consolatori. Consentono a essi di coltivare l’illusione di essere immuni da ciò che agli altri è toccato in sorte, e ancor più d’essere saggi, prudenti e avveduti.

Così sentendosi al riparo e al sicuro, essi conservano la loro buona reputazione al prezzo di qualche buona parola. Ma, può esserne certa, se fossero onesti con se stessi, come dicono di esserlo, con gli altri, dovrebbero ammettere sinceramente che le consolazioni che offrono, consapevoli o meno che ne siano, nascondono null’altro che commiserazione per sé e risentimento per la vita.

Ecco dunque un primo consiglio: né commiserazione per sé né risentimento per la vita.

Benché oscuro sia lo sfondo sul quale la morte si manifesta, altrettanto oscuro quanto quello della vecchiaia e della malattia, per non dire di quello del peccato e della stoltezza, ebbene è lo stesso sfondo sul quale si staglia il sereno splendore della vita.

Per la nostra salute mentale sarebbe perciò un bene non pensare che la morte non è che un passaggio, una parte di un grande, lungo e sconosciuto processo vitale: sia nei giorni dolorosi nei quali precipitiamo per la perdita di chi ci è caro sia nei giorni tristi nei quali siamo sorpresi dal pensiero della nostra stessa morte.

La nostra morte è un’attesa o, se vuole, una promessa che non è mai compiuta. Per questo essa non ci impone di vuotare la nostra vita ma piuttosto di procedere alla sua pienezza.

Mentre la morte ci toglie ciò che ci è più caro, al tempo stesso ci restituisce a ciò che ci è più prezioso. Non è il mistero della morte che siamo chiamati a sciogliere: piuttosto è quello della vita.

La vita è un imperativo assoluto al quale nessuno deve sottrarsi. Per quanto ostico ci paia il compito, per quanto insostenibile, per quanto ostile, abbandonarci a noi stessi, abbandonare noi stessi non è contemplato tra le molte possibilità.

È la vita che dobbiamo piuttosto, direi addirittura, arrenderci alla vita e al suo costante fluire. A questo scorrere non possiamo imporre alcun argine, né potremmo tentare di deviarlo o di mutarne la traiettoria. Ciò sarebbe assai sciocco e per molti versi pericoloso.

Se vogliamo inimicarci la vita, se vogliamo davvero averla contro sappiamo come fare: rinunciamo a viverla. Vi sono numerosi modi per ottenere questo, l’ultimo dei quali, il più stupido e spietato, è troncarla con le nostre stesse mani. Questo è il supremo peccato.

Se ci teniamo al di sopra di questo baratro potremo sempre, in ogni caso, imporre alla vita un corso predeterminato, forzarla o sospenderla, in una parola dirigerla.

Abbiamo infiniti compiti che possiamo imporci e infinite mete verso le quali orientarci. Tutto ciò fa pur sempre parte della nostra vita, ma è ciò che la nostra vita ci chiede? La vita che abbiamo scelto per noi potrebbe infatti rivelarsi ben diversa da quella che avrebbe scelto noi.

Il problema è allora questo: giunto alla fine dalla mia vita che cosa mi ritrovo tra le mani? Se trovo solo il rimpianto per ciò che avrebbe potuto essere e non è stato non sarà gran cosa. Ma potremmo trovare ben di più, ben di peggio.

Ogni vita non vissuta accumula rancore verso di noi, dentro di noi: moltiplica le presenze ostili.

Così diventiamo spietati con noi stessi e con gli altri. Intorno a noi non vediamo che lotta, cediamo e soccombiamo alle perfide lusinghe dell’invidia. Si dice bene che l’invidia accechi il nostro sguardo è saturo delle vite degli altri, noi scompariamo dal nostro orizzonte. La vita che è stata perduta, all’ultimo, mi si rivolterà contro.

Perciò, l’ultima cosa che vorrei dirle, mia cara amica, è che la vita non può essere, in alcun modo, pura rassegnazione e malinconica contemplazione del passato. È nostro compito cercare quel significato che ci permette ogni volta di continuare a vivere o, se preferisce, di rispondere, a ogni passo, il nostro cammino.

Tutti siamo chiamati a portare a compimento la nostra vita meglio che possiamo.

(C. G. Jung in Jung parla. Interviste e incontri, Ed. Adelphi, 1999)

Dott. Roberto Cavaliere

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LA TERAPIA DEL “VINCE CHI MOLLA”

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Il testo della canzone di Niccolò Fabi “Vince chi Molla” ben rappresenta quello che è il concetto del lasciar andare in generale per stare meglio

Infatti trattenere ciò che  che ci crea disagio, ci fà stare male, spesso è controproducente ed ottiene, paradossalmente, l’effetto di rafforzare maggiormente la situazione di disagio e/o di malessere.

Ed ecco che “mollare” può diventare la soluzione anche se richiede pratica ed allenamento perchè spesso si oppone resistenza al “mollare”

Il testo della canzone di seguito ben riassume il tutto.

“Lascio andare la mano
che mi stringe la gola
Lascio andare la fune
Che mi unisce alla riva
Il moschettone nella parete
L’orgoglio e la sete
Lascio andare le valigie
I mobili antichi
Le sentinelle armate in garritta
A Ogni mia cosa trafitta…

Lascio andare il destino
Tutti i miei attaccamenti
I diplomi appesi in salotto,
Il coltello tra i denti
Lascio andare mio padre e mia madre
E le loro paure
Quella casa nella foresta
Un umore che duri davvero

Per ogni tipo di viaggio

È meglio avere un bagaglio leggero.

Distendo le vene
E apro piano le mani
Cerco di non trattenere più nulla
Lascio tutto fluire
L’aria dal naso arriva ai polmoni
Le palpitazioni tornano battiti
La testa torna al suo peso normale
La salvezza non si controlla…
Vince chi molla.
Vince chi molla…”

Dott. Roberto Cavaliere

Psicologo, Psicoterapeuta

Studio in Milano, Roma, Napoli e Vietri sul Mare (Sa)

per contatti e consulenze private tel.320-8573502 email:cavalierer@iltuopsicologo.it

UN POSSIBILE DECALOGO PER STARE MEGLIO

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1) Lascia andare le persone che condividono solo lamentele, problemi, storie disastrose, paura e giudizio sugli altri. Se qualcuno cerca un cestino per buttare la sua immondizia, fa sì che non sia la tua mente.

2) Paga i tuoi debiti in tempo. Nel contempo fai pagare a chi ti deve o scegli di lasciarlo andare, se ormai non lo può fare.

3) Mantieni le tue promesse. Se non l’hai fatto, domandati perché fai fatica. Hai sempre il diritto di cambiare opinione, scusarti, compensare, rinegoziare e offrire un’alternativa ad una promessa non mantenuta; ma non farlo diventare un’abitudine. Il modo più semplice di evitare di non fare una cosa che prometti di fare e dire “no” subito.

4) Elimina nel possibile e delega i compiti che preferisci non fare e dedica il tuo tempo a fare quelli che ti piacciono.

5) Permettiti di riposare quando ti serve e dati il permesso di agire se hai una buona occasione.

6) Butta, raccogli e organizza, niente ti prende più energia di uno spazio disordinato e pieno di cose del passato che ormai non ti servono più.

7) Dà priorità alla tua salute, senza il macchinario del tuo corpo lavorando al massimo, non puoi fare molto. Fai delle pause.

8) Affronta le situazioni tossiche che stai tollerando, da riscattare un amico o un famigliare, fino a tollerare azioni negative di un compagno o un gruppo; adotta l’azione necessaria.

9) Accetta. Non per rassegnazione, ma niente ti fa perdere più energia di litigare con una situazione che non puoi cambiare.

10) Perdona, lascia andare una situazione che è causa di dolore, puoi sempre scegliere di lasciare il dolore del ricordo.

“attribuita” al Dalai Lama

Dott. Roberto Cavaliere

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