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DIPENDENZA DA VIDEOGIOCHI E DEFICIT DI ATTENZIONE E IPERATTIVITA’

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Uno studio condotto dai ricercatori della Loma Linda University, conferma che il disturbo da deficit di attenzione e iperattività (Adhd) è associato all’uso smodato dei videogiochi. La ricerca dell’università californiana, “Video game addiction, Adhd symptomatology, and video game reinforcement”, pubblicata lo scorso 6 giugno sull’American Journal of Drug and Alcohol Abuse, rileva, infatti, l’associazione tra gravità dell’Adhd e gravità della dipendenza da videogame e mostra che il rischio di dipendenza esiste indipendentemente dal tipo di videogioco usato o preferito.

“Il risultato è coerente con la nostra ipotesi e con una ricerca precedente, e suggerisce che le persone con maggiore gravità dei sintomi di Adhd possono essere maggiormente a rischio di sviluppare abitudini di gioco problematiche”, ha affermato Holly E. R. Morrell, professoressa della Loma Linda University School of Behavioral Health e ricercatrice principale del progetto.

Lo studio è uscito nel periodo in cui la dipendenza da videogiochi è stata riconosciuta un problema di salute pubblica internazionale. L’Organizzazione Mondiale della Sanità ha aggiunto la voce “gaming disorder” nell’undicesima edizione della Classificazione internazionale delle malattie (International Classification of Diseases), pubblicata il 18 giugno.

L’esito di ricerche precedenti ha mostrato che il 23% dei giocatori di videogame presentavano sintomi di dipendenza tali da produrre effetti negativi su salute, benessere, sonno, studio e socializzazione.

Nella ricerca della Loma Linda University, il numero di ore trascorse a giocare è stato associato alla gravità della dipendenza. I maschi hanno mostrato maggiore gravità di dipendenza rispetto alle femmine. La prof.sa Morrell e il suo team hanno testato circa 3.000 giocatori tra i 18 e i 57 anni. L’età non costituiva un fattore di studio.

Esperta nel campo della dipendenza, la prof.sa Morrell ha pubblicato di recente uno studio a più mani, intitolato “Cyberpsychology, Behaviour e Social Networking”, in cui descrive alcuni dei rischi associati alla dipendenza da videogame: problemi di salute fisica e mentale, ma anche sociali e di operatività professionale.

Dott. Roberto Cavaliere

Psicologo, Psicoterapeuta

Studio in Milano, Roma, Napoli e Vietri sul Mare (Sa)

per contatti e consulenze private tel.320-8573502 email:cavalierer@iltuopsicologo.it

TEST SULL’USO DEI SOCIAL NETWORK

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Per capire se si è davvero dipendenti dai social media i membri della Baylor University  hanno stilato una lista di sei domande, basandosi sui dei comportamenti che caratterizzano generalmente le dipendenze: rilevanza, euforia, tolleranza, conflitto, sintomi di astinenza e ricadute.

Ecco quali sono dunque le sei domande e affermazioni che vi aiuteranno a capire se il vostro attaccamento ai social media rappresenta a tutti gli effetti una dipendenza.

    • Rilevanza: l’uso dei social media è profondamente integrato nella vostra vita quotidiana? (Uso Facebook, Twitter, Snapchat, Instagram o Pinterest e altri durante tutta la giornata).
    • Euforia: usate i social media tutto il giorno per avere una maggiore euforia? (Io uso i social media quando mi annoio o sono da solo ).
    • Tolleranza: avete bisogno di spendere sempre più tempo sui social media per essere soddisfatti? (Mi ritrovo a usare i social media sempre più spesso).
    • Sintomi di astinenza: siete nervosi quando non potete usare i social media? (Ho paura di rinunciare a qualcosa di importante quando non sono sui social media).
    • Conflitto: il tuo uso dei social media sta causano problemi? (Il mio uso dei social media ha causato conflitti con i miei amici, mi distrae in classe o durante il lavoro).
    • Ricaduta: hai provato a smettere di usare i social media ma non ci sei riuscito? (Ho cercato di ridurre il mio tempo sui social media, ma non è durato molto).

Se avete risposto ‘sì’ a tre o più di queste domande, e se le affermazioni riflettono il vostro pensiero o comportamento, probabilmente è giunto il momento di riconsiderare il vostro utilizzo dei social media.

Dott. Roberto Cavaliere

Psicologo, Psicoterapeuta

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