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I TIPI DI CONSUMATORI DI PORNO

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La pornografia online può essere utilizzata a fini ricreativi, emotivamente stressati o compulsivi. Questo il risultato di una ricerca della École de psychologie della Université Laval in Canada. Lo studio, pubblicato sulla rivista Journal of Sexual Medicine, descrive una popolazione eterogenea di utenti di porno con caratteristiche e abitudini molto diverse.

Il materiale per adulti occupa il 10% dei contenuti online. PornHub, uno dei siti di pornografia più popolari al mondo, ha registrato oltre 4 miliardi di utenti nel 2016 che in totale hanno passato sulla piattaforma 191 milioni 625mila giorni. Questi numeri hanno spinto molti psicologi a cercare i motivi dell’ascesa del consumo pornografico online.

I ricercatori canadesi hanno voluto indagare sull’uso che oggigiorno viene fatto della pornografia per capire se e in quale contesto questa abitudine costituisca una problematica per il benessere sessuale.

Per farlo hanno sottoposto a 830 persone tra i 18 e i 78 anni (più del 70% dei partecipanti erano donne, l’80% erano eterosessuali; i due terzi erano impegnati in una relazione, mentre un terzo si dichiarava single) un sondaggio sulle loro abitudini come consumatori di pornografia online, allo scopo di valutarne la soddisfazione sessuale (compresi la tendenza a evitare il sesso e eventuali disfunzioni sessuali), i comportamenti compulsivi, il disagio emotivo.

Analizzando le risposte, l’equipe di psicologi ha ricostruito tre profili differenti di utenti:

  1. a scopo ricreativo (75,5%), cioè persone sessualmente soddisfatte (non evitano il sesso e non hanno disfunzioni), e con una media di 24 minuti a settimana di visualizzazioni si possono definire prive di atteggiamenti compulsivi;
  2. stressati non compulsivi (12,7%), invece, sono individui che non passano molto tempo online guardando porno, ma sono sessualmente frustrati e dopo la visione di contenuti espliciti si sentono in colpa, provano vergogna e a volte disgusto per se stessi;
  3. compulsivi (11,8%) sono gli utenti che passano una media di 110 minuti a settimana cercando e visualizzando contenuti pornografici, ma non ne risentono emotivamente.

Questa ricerca da un ritratto molto più complesso e sfumato, in cui la maggior parte degli utenti ha un profilo sessuale sano. Tuttavia, gli autori stessi affermano la necessità di effettuare altri studi che confermino questi primi risultati su campioni più ampi della popolazione e che prendano in considerazione ulteriori parametri per definire dei profili di utenza più precisi, con particolare attenzione per le due categorie che sembrano avere un approccio alla pornografia rilevante a livello clinico.

 

Dottor Roberto Cavaliere

Psicologo, Psicoterapeuta

Studio in Milano, Roma, Napoli e Vietri sul Mare (Sa)

per contatti e consulenze private tel.320-8573502 email:cavalierer@iltuopsicologo.it