FARE I CONTI COL PROPRIO PASSATO

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Prova a fare un po’ di conti sul tuo passato. Calcola quanto del tuo tempo ti hanno sottratto creditori, amanti, superiori e collaboratori, quanto le liti in famiglia e le punizioni dei servi, quanto gli impegni mondani andando in giro per la città. Aggiungi le malattie che ti sei procurato da solo e il tempo rimasto inutilizzato, e ti accorgerai di avere molti meno anni di quanti ne conti di solito.
Cerca di ricordare quando sei stato fermo nei tuoi propositi; quante giornate sono trascorse proprio come avevi stabilito; quando sei stato padrone di te stesso, e il tuo volto è rimasto impassibile e il tuo animo intrepido; cosa hai realizzato in una vita così lunga e quanto della tua vita ti è stato sottratto dagli altri senza che te ne rendessi conto di quel che perdevi, e il tempo che ti hanno portato via l’inutile dolore, la sciocca allegria, un’avidità insaziabile, il frivolo conversare…
Vedrai quanto poco, in definitiva, ti sia rimasto del tuo; allora capirai che muori prematuramente. Quale ne è dunque la causa? È che vivete come se doveste vivere per sempre, non vi ricordate della vostra precarietà; non osservate quanto tempo è già trascorso, lo sciupate come se ne aveste in abbondanza, mentre invece proprio quella giornata che state dedicando a qualcuno o a un affare qualsiasi, potrebbe essere l’ultima. Temete tutto come mortali, ma desiderate tutto come immortali.
SENECA.
Il brano dell’antico filosofo Seneca è illuminante sul fare i conti col proprio passato e sul tempo perso a causa delle inteferenza del mondo circostante. Riappropriarsi del proprio tempo, non sprecarlo è una delle autoterapie necessarie per vivere meglio e coadiuvante nel superare ogni forma di disagio psicologico

Dott. Roberto Cavaliere

Psicologo, Psicoterapeuta

Studio in Milano, Roma, Napoli e Vietri sul Mare (Sa)

per contatti e consulenze private (anche telefoniche o via Skype) tel.320-8573502 email:cavaliere@iltuopsicologo.it

ANSIE E PAURE VANNO ACCOLTE E BACIATE

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“I miei demoni li ho nutriti con l’accettazione e l’ascolto. Li ho fatti sedere intorno a me e li ho chiamati per nome, solo allora hanno smesso di farmi paura e sono diventati alleati potenti.
Avevano il nome di mia madre, , del ricatto, dell’invisibilità, dell’inadeguatezza, del dolore della perdita, della ferita d’amore, della paura.
Finché li ho combattuti o ignorati hanno divorato la mia vita e le mie relazioni.
I demoni vanno abbracciati, in quel momento ti apriranno le porte della rinascita.
Il demone della paura ti parlerà di quanto ti sei allontanata dalla tua natura, ti parlerà delle passioni che hai messo a tacere, della tua voce che non ascolti più, di come sei rimasta incastrata in una vita che non è quella che desideri.
Il demone dell’invisibilitá ti racconterà del tuo bisogno di brillare, quello dell’inadeguatezza ti mostrerà i tuoi doni e il tuo potere personale.
Ognuno di loro avrà una storia da raccontarti, ascoltala. I demoni sono come i draghi, vanno baciati, non vanno uccisi.” Bride an Geal
Il brano riportato sintetizza un concetto essenziale per combattere le proprie ansie e paure: vanno accolte e baciate, non respinte ed uccise. Ansie e Paure possono diventare dei preziosi alleati per poter ritrovare la nostra autenticità e per ritrovare la rinascita perchè spesso insorgono quando abbiamo smarrito noi stessi.
Non aggiungo altro perche il brano riportato descrive, magistralmente, questa nuova visione dei nostri demoni interiori.

Dott. Roberto Cavaliere

Psicologo, Psicoterapeuta

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RIFLESSIONI SULL’ANSIA E SUL PANICO

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Di seguito riporto una serie di Riflessioni sull’Ansia e sul Panico.

Provate ad individuare quali vi possono riguardare, direttamente o indirettamente, o provare delle risonanze personali.

L’ansia è un sottile rivolo di paura che si insinua nella mente. Se incoraggiata, scava un canale nel quale tutti gli altri pensieri vengono attirati.
(Robert Bloch)

L’atto della nascita è la prima esperienza d’ansia e quindi la fonte e il prototipo della sensazione d’ansia.
(Sigmund Freud)

La maggior parte di ciò che chiamiamo ‘personalità’ è determinato dalle scelte che abbiamo fatto per difenderci dall’ansia e dalla tristezza.
(Alain de Botton)

La paura del pericolo è diecimila volte più spaventosa del pericolo vero e proprio, quando si presenta di fatto davanti ai nostri occhi; e l’ansia è una tortura molto più grave da sopportare che non la sventura stessa per la quale stiamo in ansia.
(Daniel Defoe)

L’indecisione, l’ansietà sono per lo spirito e per l’anima quello che la tortura è per il corpo.
(Nicolas de Chamfort)

La nostra ansia non viene dal pensare al futuro, ma dal volerlo controllare.
(Khalil Gibran)

Ciò che è peggio nel peggio, è l’attesa del peggio.
(Daniel Pennac)

L’ansia – o il fanatismo del peggio.
(EM Cioran)

L’ansioso si aggrappa a tutto quel che può rafforzare, stimolare il suo malessere provvidenziale: volerlo guarirlo significa comprometterne l’equilibrio, dato che l’ansia è il fondamento della sua esistenza e della sua prosperità
(EM Cioran)

Tutto è; niente è. L’una e l’altra formula arrecano uguale serenità. L’ansioso, per sua disgrazia, rimane a mezza strada, tremebondo e perplesso, sempre alla mercé di una sfumatura, incapace di insediarsi nella sicurezza dell’essere o dell’assenza di essere.
(Emil Cioran)

Ansia. Una manifestazione fondamentale dell’essere nel mondo.
(Martin Heidegger)

L’ansia non è schizzinosa, si contenta di tutto, non c’è cosa che non le piaccia. Un pretesto qualsiasi, un minuscolo fatto di cronaca, lo spreme, lo vezzeggia, ne estrae un disagio mediocre ma sicuro, di cui si pasce. Si accontenta veramente di poco, tutto le va bene. Velleitaria, incompiuta, manca di classe: vorrebbe essere angoscia e non è che affanno.
(EM Cioran)

 

Supponete che i pensieri siano palloni: l’ansioso ci si ferirebbe lo stesso.
(Henri Michaux)

Ansietà e paura producono energia. Dove indirizziamo questa energia influenza in modo considerevole la qualità della nostra vita. Concentratevi sulla soluzione, non sul problema.
(Walter Anderson)

Se si riflette sull’esistenza umana, è molto più difficile spiegarsi come mai la maggior parte degli individui non provi l’ansia, che non invece perché mai a volte qualcuno la provi.
(Kurt Schneider)

Un uomo che teme di soffrire, soffre già di quello che teme.
(Michel de Montaigne)

Le persone che soffrono di problemi come il panico, di fatto, vanno in panico all’idea di andare in panico. È il fatto stesso di pensare al problema, ad alimentarlo. In altre parole, il problema più grosso non è il problema originario, ma il problema che si ha con quel problema. La chiave sta nello spingere le persone al punto in cui non gli importa più di avere quel problema.
(Richard Bandler e Owen Fitzpatrick)

Il panico è altamente contagioso, specialmente in situazioni dove nulla è noto e tutto è in divenire.
(Stephen King)

La paura è l’assassino della mente.
(Frank Herbert)

Solo l’8% delle nostre paure si realizza. Il 92% delle nostre paure sono sprecate. NIENTE PANICO.
(Mark Gorman)

Aveva una strana sensazione alla bocca dello stomaco, come quando si sta nuotando e si vuole mettere i piedi su qualcosa di solido, ma l’acqua è più profonda di quanto si pensi e non c’è niente là sotto.
(Julia Gregson)

Più legami abbiamo, più viviamo nel panico, le persone muoiono o ci lasciano, le cose si perdono, si rompono, vengono rubate e a un tratto ci troviamo completamente nudi. Nudi e disperati. Naturalmente siamo sempre stati nudi, ma abbiamo finto di non saperlo, di non vederlo.
(Susanna Tamaro)

Chi soffre di attacchi di panico in genere mette sullo sfondo della propria vita le energie ancestrali, primordiali, e naturalmente l’eros. Crede di esistere solo nei pensieri e il panico esplode come ribellione di forze erotiche negate.
(Raffaele Morelli)

Tutto ciò che è incerto è in balia delle congetture e dell’arbitrio di un animo terrorizzato. Perciò niente è così dannoso, così irrefrenabile come il panico; le altre forme di timore sono irrazionali, questa è dissennata.
(Lucio Anneo Seneca)

Dalla paura al panico la distanza è breve. Ma si tratta di un netto peggioramento poiché il dio Pan, da cui origina la parola panico, era cattivo, con il volto gaudente e sarcastico.
(Vittorino Andreoli)

La malattia grave inizia quando non si riesce più a trasformare la propria angoscia nella paura specifica di qualcosa o di qualcuno, ma posseduti dal panico non si è più in grado di difendersi dalla minaccia costante del vuoto e dell’annientamento.
(Anna Oliverio Ferraris)

Essere senza paura, privi di angosce, invulnerabili al panico, significa perdita dell’istinto, perdita di connessione con Pan.
(James Hillman)

La paura è un contagio. Osservava Alain che la maggior parte dei pericoli spaventano poco, se non li vediamo riflessi in un volto, e che quasi nessuno di noi resiste a un moto di terrore panico.
(Guido Ceronetti)

Il panico davanti a qualsiasi cosa, davanti al pieno come davanti al vuoto. Il panico originario…
(EM Cioran)

Capita a volte di sentirsi per un minuto felici. Non fatevi cogliere dal panico: è questione di un attimo, poi passa.
(Gesualdo Bufalino)

C’è un limite oltre cui nessuno riesce a restare sospeso nel vuoto senza farsi prendere dal panico.
(Andrea De Carlo)

 

La caratteristica del timor panico consiste nel fatto che esso non è chiaramente cosciente della sua ragion d’essere, e più che conoscerla la presuppone, facendo valere in mancanza di meglio come ragione del timore il timore stesso.
(Arthur Schopenhauer)

Bisogna avere in sé il caos per partorire una stella che danzi.
(Friedrich Nietzsche)

Dott. Roberto Cavaliere

Psicologo, Psicoterapeuta

Studio in Milano, Roma, Napoli e Vietri sul Mare (Sa)

per contatti e consulenze private (anche telefoniche o via Skype) tel.320-8573502 email:cavaliere@iltuopsicologo.it

 

RIFLESSIONI SULLA DEPRESSIONE

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Di seguito riporto una serie di Riflessioni sulla Depressione.

Provate ad individuare quali vi possono riguardare, direttamente o indirettamente, o provare delle risonanze personali.

La depressione è un’epidemia di portata mondiale. Nel 2020 secondo le stime dell’OMS la depressione sarà la più diffusa malattia del pianeta. Personalmente credo che la maggior parte delle depressioni abbiano le sue radici nella solitudine, ma la comunità medica preferisce parlare di depressione piuttosto che di solitudine. È più facile liberarci del problema dando una diagnosi e una scatola di farmaci. Perché se cominciassimo a parlare di solitudine, sapremmo, per certo, che non ci sono farmaci. Non c’è industria medica che tenga, basta l’amore umano.
(Patch Adams)

Dovunque mi fossi trovata, sul ponte di una nave o in un caffè di Parigi o a Bangkok, sarei stata sotto la stessa campana di vetro, a respirare la mia aria mefitica.
(Sylvia Plath)

La gente pensa che la depressione è la tristezza, il pianto o il vestirsi in nero, ma la gente non sa che la depressione è la costante sensazione di essere intorpidito. Ti svegli la mattina solo per tornare a letto.
(Anonimo)

La depressione non equivale al dolore; il vero depresso ringrazierebbe il cielo se riuscisse a provare dolore. La depressione è l’incapacità di provare emozioni. La depressione è la sensazione di essere morti mentre il corpo è ancora in vita. Non equivale affatto alla pena e al dolore, con i quali anzi non ha niente in comune. Il depresso è incapace di provare gioia, così come è incapace di provare dolore. La depressione è l’assenza di ogni tipo di emozione, è un senso di morte che per il depresso è assolutamente insostenibile. È proprio l’incapacità a provare emozioni che rende la depressione così pesante da sopportare.
(Erich Fromm)

L’unico modo per evitare di essere depressi è non avere abbastanza tempo libero per domandarsi se se si è felici o no.
(George Bernard Shaw)

Il momento in cui un uomo si interroga sul significato e sul valore della vita, egli è malato, dato che oggettivamente non esiste nessuna delle due cose; col porre questa domanda uno sta semplicemente ammettendo di avere una riserva di libido insoddisfatta provocata da qualcos’altro, una specie di fermentazione che ha condotto alla tristezza e alla depressione.
(Sigmund Freud)

Il dolore mentale è meno drammatico del dolore fisico, ma è più comune e anche più difficile da sopportare. Il tentativo di nascondere i frequenti dolori mentali ne aumenta il peso: è più facile dire “Il mio dente fa male” che dire “Il mio cuore è spezzato.”
(CS Lewis)

La depressione indica che in te, da qualche parte, c’è rabbia in uno stato negativo. La depressione è lo stato negativo della rabbia; il termine stesso è eloquente: dice che c’è qualcosa di compresso, è questo il significato di depresso. Stai comprimendo qualcosa dentro di te e, quando la rabbia è troppo repressa, diventa tristezza: la tristezza è un modo negativo di essere arrabbiati.
(Osho)

Forse tu non conosci la depressione. E la grande sofferenza, la fatica di vivere ogni giorno, avere sensi di colpa, rimpianti e angosce che risalgono a tempi lontani vissuti con il padre e la madre. La vita perde il suo colore, si è incapaci di provare piacere e gioia per qualsiasi evento. Il tempo sembra essersi fermato. Si guardano le persone care con la sensazione di non provare nessuna emozione: il calore dei sentimenti non riesce a passare la cortina di gelo che ci isola. Quando siamo in questo stato perdiamo gli amici e anche l’amore perché non siamo in grado di donare più nulla di buono. Non si ha il senso del futuro, tutto è legato al presente carico di noia e interminabile.
(Romano Battaglia)

Soffrire di depressione vuol dire non desiderare più nulla, non avere la forza di cambiare. Ci sentiamo soli anche in mezzo agli altri, che spesso non comprendono la nostra sofferenza. Siamo incapaci di amare e nello stesso tempo abbiamo un disperato bisogno di affetto.
(Romano Battaglia)

Il depresso è solo anche in mezzo agli altri, distaccato da tutto e da tutti. Incapace di amare, si sente inaridito, con un penoso senso di vuoto affettivo:
(Giovanni B. Cassano)

Chi è depresso vive con la mente rivolta indietro e nel passato individua colpe che «spiegano» la sua sofferenza oppure vi coglie i segni di predestinazione a una rovina senza fine.
(Giovanni B. Cassano)

La depressione è una forma di lucidità. E la lucidità è insopportabile.
(Pino Caruso)

La depressione è una reazione molto ragionevole a praticamente tutto quello che ci ritroviamo a vivere oggi.
(Chrystos)

La depressione si presenta sotto forma di realismo sul marciume del mondo in generale e della tua vita in particolare.
(Jonathan Franzen)

Lo stato depressivo non è assolutamente negativo e penso anzi che sia necessario, che porti alla riflessione e alla calma. Un’euforia permanente sarebbe troppo faticosa. Penso che si debba sempre mantenere questa sorta di interstizio, di vuoto, nel proprio spirito, nel proprio cuore.
(Jirō Taniguchi)

La depressione può dissolversi spontaneamente da un momento all’altro. Un bel giorno si va a letto la sera depressi e disperati e al mattino ci si sveglia cambiati: si sta bene di nuovo, la depressione ci ha lasciati. Non sappiamo il perché, ma accade. È un altro degli aspetti caratteristici di questa malattia dal decorso capriccioso e imprevedibile.
(Giovanni B. Cassano)

La depressione è psichicamente caratterizzata da un profondo e doloroso scoramento, da un venir meno dell’interesse per il mondo esterno, dalla perdita della capacità di amare, dall’inibizione di fronte a qualsiasi attività e da un avvilimento del sentimento di sé che si esprime in autorimproveri e autoingiurie e culmina nell’attesa delirante di una punizione. Questo quadro guadagna in intelligibilità se consideriamo che il lutto presenta – ad eccezione di una – le medesime caratteristiche; nel lutto non compare il disturbo del sentimento di sé, ma per il resto il quadro è lo stesso.
(Sigmund Freud, nel testo originale usa il termine “malinconia” per indicare “depressione”)

La rabbia è energizzante. L’opposto della rabbia è la depressione, che è la rabbia rivolta verso l’interno.
(Gloria Steinem)

La depressione è il voto di castità dei nostri sensi.
(Umar Timol)

La paura più profonda che abbiamo, “la paura di tutte le paure” è la paura di misurarsi con la paura del giudizio. E’ questa paura che crea lo stress e la depressione della vita quotidiana.
(Tulliano Tchividjian)

Che cos’è la depressione? Quella condizione dell’anima che si registra quando il mondo circostante non ci dice più nulla e il mondo immaginifico, quello dei nostri sogni e dei nostri progetti, tace avvolto da un silenzio così cupo e impenetrabile da impedire anche il più timido degli sguardi che osi proiettarsi nel futuro.
(Umberto Galimberti)

La prima funzione dell’antidepressivo è di mettere a tacere definitivamente il nostro cuore. E questo è il modo più sicuro per non entrare in dialogo, prima che con gli altri, con il profondo di noi stessi.
(Umberto Galimberti)

Il romanzo di Françoise Sagan, Bonjour tristesse, esce nel 1954. Un successo strepitoso, l’autrice aveva 18 anni. Il film, diretto da Otto Preminger, è del 1958. Tutto accade appena in tempo, se si pensa che l’imipramina, il primo antidepressivo, nasce nel 1957-8. Questione di pochi mesi e si sarebbe potuto scrivere al posto di Bonjour tristesse, Bonjour Imipramine. La tristezza è stata ammazzata: i tristi amori, scomparsi. Non esiste più nemmeno come parola, cancellata dall’ uso corrente. Morti anche termini come “inquietudine” (l’”inquieto è il mio cuore finché non riposa in Te” di Agostino); come “anelito”, “disperazione” (disperata attesa). Tutto è stato buttato dentro depressione e depressione si coniuga necessariamente a antidepressivo. Il demone sconfitto dal Bene dei farmaci, dalla chimica dalle formule magiche uscite dai laboratori scientifici delle grandi industrie farmaceutiche. La lotta tra il male, la depressione e il bene, l’imipramina o gli SSRI (Inibitori della ricaptazione della serotonina). Sarebbe tempo di occuparsi della uccisione delle parole, delitti che andrebbero puntiti severamente. E’ capitato anche per l’angoscia, l’angustia, la trepidazione, il timore, il tremore (interiore). Il grande capolavoro di Kierkegaard
(Vittorino Andreoli)

Tutto è anxiety e depression. Tutto è antidepressivo e ansiolitico. La vita dei sentimenti si è impoverita e ormai per essere certi di non avere una prescrizione di psicofarmaci bisogna non avvertire più niente, essere sentimentalmente vuoti. Aveva ragione Benedetto Croce: se eliminiamo le parole scompaiono i concetti e oggi — egli direbbe — persino i sentimenti. Forse anche per questo i poeti tacciono, temono di essere tutti curati per anxiety and depression.
Bisognerebbe ripartire dall’uomo, e non dai sintomi e dai farmaci, per fare una nuova psichiatria.
(Vittorino Andreoli)

Usare la parola “depressione” per descrivere un comportamento inspiegabile o violento manda due falsi segnali: primo, che la società non ha nessuna responsabilità per quanto riguarda la nostra felicità, perché l’infelicità è una condizione medica; secondo, che una persona depressa corre il pericolo di compiere atti abominevoli.
(Anne Skomorowsky)

Chi vive un lutto sperimenta cinque fasi di elaborazione del dolore, cinque tappe in cui si relaziona con ciò che è costretto ad affrontare: negazione o rifiuto, rabbia, contrattazione o patteggiamento, depressione e accettazione.
(Elisabeth Kubler-Ross)

Ci sono casi, casi patologici per così dire di depressione spirituale, in cui la lettura può diventare una specie di disciplina terapeutica ed essere demandata e ripetutamente sollecitata a reintrodurre perpetuamente una coscienza pigra nella sua vita spirituale. In questi casi i libri assumono un ruolo analogo a quello degli psicoterapeuti con certi nevrotici.
(Marcel Proust, Del piacere di leggere)

La nostra vita è in altalena. Oscilliamo tra aggressione e depressione.
(Michael Richter)

L’anima del depresso non è più solcata dai residui della speranza. E le parole che alla speranza alludono, le parole di tutti, più o meno sincere, le parole che non si rassegnano, le parole che insistono, le parole che promettono, le parole che vogliono guarire languono tutte attorno al depresso, come rumore insensato.
(Umberto Galimberti)

La radice della creatività si ritrova nel bisogno di ricostruire l’oggetto buono distrutto nella fase depressiva.”
(Melanie Klein)

Molte persone vorrebbero piuttosto essere certe di essere depresse, piuttosto che rischiare di essere felici.
(Robert Anthony)

Tu non sei felice perché stai bene. Tu stai bene perché sei felice. Tu non sei depresso perché ti sono capitati dei guai, ma i guai ti sono capitati perché eri depresso. Tu puoi cambiare i tuoi pensieri e i tuoi sentimenti, e poi le cose esterne cambieranno per uniformarsi, e non vi è davvero altro modo di lavorare.
(Emmet Fox)

Non ci sono depressioni incurabili. Occorre ripeterlo senza stancarsi a chi ne soffre: è una malattia che, come molte altre, con i trattamenti migliora rapidamente, fino a scomparire. Quando non se ne esce, si tratta o di depressioni non curate o di depressioni mal curate. Oppure di altre malattie.
(Giovanni B. Cassano)

La depressione può uccidere, sia chi ne soffre, sia chi gli sta accanto. Ma per chi trova la forza e la capacità di scendere all’inferno e guardare in faccia il “male oscuro” (nella celebre definizione di Giuseppe Berto), di sciogliere con pazienza ed intelligenza tutti i nodi della sua psiche, di affrontare con tenacia i fallimenti, il premio è l’acquisizione di una nuova consapevolezza. La lotta alla depressione è una gloriosa lotta di liberazione di sé stessi e delle proprie potenzialità, un meraviglioso seppur doloroso viaggio nella propria interiorità alla scoperta del proprio valore e della propria forza.
(Vittorino Andreoli)

Dott. Roberto Cavaliere

Psicologo, Psicoterapeuta

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