TEST- ESERCIZIO SUL PROCESSO PSICOLOGICO DELL’ACCETTAZIONE

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“Se accetto pienamente il mio stato, troverò la pace. Non mi lamento del fatto che dovrei essere più santo, più bello, più puro rispetto a quello che sono ora. Quando sono bianco, sono bianco, quando sono nero, sono nero, punto e basta. Questo atteggiamento non impedisce che continui a lavorare su di me per poter diventare uno strumento migliore; l’accettazione di sé non limita le aspirazioni, al contrario, le nutre. Perché ogni miglioramento partirà sempre da ciò che si è realmente.” (Alejandro Jodorowsky)

L’accettazione potremmo definirla la modalità con cui osserviamo noi stessi, gli altri ed il resto del mondo. E’ una modalità di osservazione che richiede, al contrario di quello che si può pensare, mente aperta e volontà al fine di osservare il tutto, possibilmente,  nella sua realtà oggettiva, il meno possibile con valutazioni soggettive e/o di giudizio.

Ad esempio se ci si percepisce ansiosi, depressi, stressati, dipendenti e quant’altro ancora bisogna cercare di averne una visione il meno possibile catastrofica, limitante, giudicante. Si è in quello stato: punto e basta. Lo stesso criterio si applica con gli altri e con il resto del mondo.

L’accettazione tende a favorire il processo di comprensione delle dinamiche personali e degli altri. Questo non significa approvare i nostri comportamenti o quelli altrui

Inoltre Accettare e comprendere porta ad alleviare la sofferenza, a ritrovare serenità.

Il tutto aiuta a perdonare noi stessi ed unitamente a quanto affermato in precedenza getta le basi di un eventuale cambiamento.

TEST SU COSA SIGNIFICA E COMPORTA PER VOI “ACCETTARE”,

Accettare, per me, significa e comporta:

  • Alleviare la Sofferenza;
  • Non Giudicare;
  • Non Approvare ma Comprendere ;
  • Perdonare sè stessi;
  • ……………………….  (provate ad aggiungere voi uno o più significati)
  • ……………………….
  • ……………………….

 

TEST SU QUELLO CHE POSSIAMO ACCETTARE E QUELLO CHE NON POSSIAMO ACCETTARE

“Concedimi la serenità
di accettare le cose che non posso cambiare,
il coraggio per cambiare quelle che posso
e la saggezza per riconoscerne la differenza.”

Dobbiamo anche accettare che non possiamo accettare tutto.

Di seguito elencate quello che potete accettare nella vostra vita di voi stessi, degli altri e del mondo che vi circonda:

Di me posso accettare:

  1. ……………………………..
  2. ……………………………..
  3. ……………………………..

Degli altri posso accettare:

  1. ……………………………..
  2. ……………………………..
  3. ……………………………..

Del mondo che mi circonda posso accettare:

  1. ……………………………..
  2. ……………………………..
  3. ……………………………..

Di seguito elencate quello che NON potete accettare nella vostra vita di voi stessi, degli altri e del mondo che vi circonda:

Di me NON posso accettare:

  1. ……………………………..
  2. ……………………………..
  3. ……………………………..

Degli altri NON posso accettare:

  1. ……………………………..
  2. ……………………………..
  3. ……………………………..

Del mondo che mi circonda NON posso accettare:

  1. ……………………………..
  2. ……………………………..
  3. ……………………………..

Al termine del test-esercizio valutate la differenza tra quello che potete e non potete accettare. Valutate anche se tra quello che non accettate potete effettuare un percorso di accettazione.

Dott. Roberto Cavaliere

Psicologo, Psicoterapeuta

Studio in Milano, Roma, Napoli e Vietri sul Mare (Sa)

per contatti e consulenze private tel.320-8573502 email:cavalierer@iltuopsicologo.it

IL PROCESSO PSICOLOGICO DELL’ACCETTAZIONE

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“Se accetto pienamente il mio stato, troverò la pace. Non mi lamento del fatto che dovrei essere più santo, più bello, più puro rispetto a quello che sono ora. Quando sono bianco, sono bianco, quando sono nero, sono nero, punto e basta. Questo atteggiamento non impedisce che continui a lavorare su di me per poter diventare uno strumento migliore; l’accettazione di sé non limita le aspirazioni, al contrario, le nutre. Perché ogni miglioramento partirà sempre da ciò che si è realmente.” (Alejandro Jodorowsky)

L’accettazione potremmo definirla la modalità con cui osserviamo noi stessi, gli altri ed il resto del mondo. E’ una modalità di osservazione che richiede, al contrario di quello che si può pensare, mente aperta e volontà al fine di osservare il tutto, possibilmente,  nella sua realtà oggettiva, il meno possibile con valutazioni soggettive e/o di giudizio.

Ad esempio se ci si percepisce ansiosi, depressi, stressati, dipendenti e quant’altro ancora bisogna cercare di averne una visione il meno possibile catastrofica, limitante, giudicante. Si è in quello stato: punto e basta. Lo stesso criterio si applica con gli altri e con il resto del mondo.

L’accettazione tende a favorire il processo di comprensione delle dinamiche personali e degli altri. Questo non significa approvare i nostri comportamenti o quelli altrui

Inoltre Accettare e comprendere porta ad alleviare la sofferenza, a ritrovare serenità.

Il tutto aiuta a perdonare noi stessi ed unitamente a quanto affermato in precedenza getta le basi di un eventuale cambiamento.

ACCETTARE, quindi, significa e comporta:

  • Alleviare la Sofferenza;
  • Non Giudicare;
  • Non Approvare ma Comprendere ;
  • Perdonare sè stessi;
  • ……………………….  (provate ad aggiungere voi uno o più significati)

Ma l’aspetto più importante è che l’accettazione richiede due sue tempi: un tempo per iniziare ed un tempo per svilupparsi.

Un tempo per iniziare perchè prima è necessario dare spazio ad una componente emotiva inerente la visione personale di noi stessi, degli altri e del resto del mondo. Solo quando questa visione emotiva incomincia ad attenuarsi si può avviare un processo di accettazione che è un processo al contempo emotivo e razionale allo stesso tempo.

Una volta avviata l’accettazione bisogna attenderne , con pazienza, la crescita, l’evoluzione, i continui alti e bassi. A volte si ha la sensazione di averla finalmente raggiunta completamentente, a volte si ha la sensazione di aver fatto dei passsi indietro. Questa discontinuità, che è tipica della maggior parte dei processi psicologici, è, invece, indice che il processo  dell’accettazione è sano. Per cui non bisogna assolutamente scoraggiarsi se si ha l’impressione che a volte si va indietro e non avanti.

Al termine del processo di accettazione si arriva a cmprendere ciò che è ben riassunto in questa citazione:

“Concedimi la serenità
di accettare le cose che non posso cambiare,
il coraggio per cambiare quelle che posso
e la saggezza per riconoscerne la differenza.”

Dobbiamo anche accettare che non possiamo accettare tutto.

Dott. Roberto Cavaliere

Psicologo, Psicoterapeuta

Studio in Milano, Roma, Napoli e Vietri sul Mare (Sa)

per contatti e consulenze private tel.320-8573502 email:cavalierer@iltuopsicologo.it

 

LA TERAPIA DELL’ACCETTAZIONE RADICALE

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Una delle opzioni che abbiamo riguardo a qualsiasi problema è l’Accettazione Radicale (Linehan, 1993).

Accettazione Radicale vuol dire accettare di vivere la vita per come si presenta senza opporsi a ciò cui non è possibile opporsi oppure scegliere di non cambiare le cose. Accettazione Radicale è dire sì alla vita, così com’è.
Immaginiamo di voler prendere in affitto un appartamento in un complesso residenziale che è al momento completamente pieno e di parlare con il responsabile degli affitti. Quest’ultimo ci assicura che ci chiamerà non appena un bilocale risulterà disponibile. Aspettiamo dei mesi, quindi passiamo da lui a verificare. Quando arriviamo, lui sta firmando un contratto di affitto con una coppia per un bilocale. Gli chiediamo delle spiegazioni e lui scrolla le spalle. Cose del genere non dovrebbero accadere. Non è giusto. E invece è successo.
Il dolore è la perdita di un appartamento che desideravamo con tutto il cuore, per cui possiamo sentirci tristi e feriti. La sofferenza è il modo in cui noi utilizziamo il dolore ed è la nostra interpretazione di esso. Quindi la sofferenza è opzionale, mentre il dolore no.
E’ difficile accettare ciò che non vogliamo che sia vero. Ed è ancora più difficile non accettarlo, perché non accettare il dolore porta molta sofferenza.

Rifiutare di accettare la realtà
La gente dice spesso: “Non posso sopportarlo”, “Non è giusto”, “Non può essere vero” e “Le cose non dovrebbe andare in questo modo”. E’ quasi come se pensassimo che rifiutando di accettare la realtà potessimo cancellarla oppure che accettarla significhi approvarla. Accettare non vuol dire approvare.
E’ faticoso combattere la realtà e non funziona. Ostinarsi a non accettare che siamo stati licenziati per qualcosa che non abbiamo fatto, che il nostro amico ci ha ingannato o che non siamo stati ammessi alla facoltà a cui volevamo accedere non cambia la situazione e aumenta il dolore che stiamo provando.
Accettare la realtà è difficile quando la vita è dolorosa. Nessuno vuole sperimentare dolore, delusione, tristezza o perdita. Ma queste esperienze fanno parte della vita. Quando proviamo a evitare tali emozioni o a resistere ad esse, aggiungiamo solo sofferenza al nostro dolore. Invece di amplificare l’emozione con i nostri pensieri o aumentare l’infelicità cercando di rifuggire le emozioni dolorose, possiamo smettere di soffrire praticando l’accettazione.
La vita è piena di esperienze piacevoli e spiacevoli. Quando respingiamo o tentiamo di evitare i sentimenti di tristezza e dolore, al contempo riduciamo la nostra capacità di provare gioia. L’evitamento delle emozioni porta spesso alla depressione e all’ansia. L’evitamento può anche portare a comportamenti distruttivi come giocare d’azzardo, bere troppo, spendere in maniera compulsiva, mangiare troppo poco o in eccesso e lavorare oltremisura. Questi comportamenti possono aiutare a fuggire dal dolore nel breve periodo ma peggiorano solo la situazione nel lungo periodo.
Accettazione significa che possiamo trasformare la nostra resistenza e i pensieri ruminanti in pensieri di accoglimento come: “Mi trovo in questa situazione. Non la approvo. Non penso che vada bene, ma è ciò che è e non posso modificare l’accaduto.”.
Immaginiamo di essere in ritardo per un importante colloquio di lavoro. Il traffico è particolarmente congestionato e rimaniamo bloccati semaforo dopo semaforo. Infuriarci contro i semafori o gli autisti davanti a noi non ci aiuterà ad arrivare più velocemente a destinazione ma ci farà solo agitare di più. Accettare la situazione e fare il meglio che possiamo sarà emotivamente meno doloroso e probabilmente più efficace. Grazie all’accettazione arriveremo al colloquio meno stressati e forse maggiormente in grado di gestire la situazione.

L’Accettazione Radicale richiede pratica
L’Accettazione Radicale è un’abilità che richiede pratica. Praticare l’accettazione del fatto che il traffico sia pesante, che stia piovendo il giorno in cui volevamo andare in spiaggia e che il nostro amico disdica laddove avevamo pianificato di passare la giornata insieme è importante per gestire bene le cose e vivere una vita più felice. Quando pratichiamo l’accettazione, ci sentiamo ancora insoddisfatti, tristi e magari spaventati però non aggiungiamo a quelle emozioni il dolore della non-accettazione né peggioriamo le cose. Praticare l’accettazione in situazioni come queste ci aiuta anche a prepararci ad accettare circostanze più difficili.
Tutti sperimentano la perdita di una persona amata. La morte di un genitore, di un figlio, di un consorte o di un caro amico è particolarmente dura. La nostra prima reazione può essere dire qualcosa tipo: “No! Non è possibile!”, anche se sappiamo che è tutto vero.
La morte di una persona amata sarà sempre difficile e dolorosa. Accettare ci dà la possibilità di iniziare a far rimarginare le ferite. Resistere alla realtà impedisce la guarigione e aggiunge sofferenza al nostro dolore. Se pratichiamo l’accettazione ogni giorno, potremo trovarci più preparati quando si presenteranno le esperienze di vita più dure. Quindi praticare l’accettazione del traffico opprimente vuol dire alleviare la nostra sofferenza in quel momento nonché diventare abili a ridurla in situazioni più difficili che potranno verificarsi in futuro.

Motivazioni per non accettare la realtà
Talvolta le persone si comportano come se credessero che non accettare qualcosa possa cambiare la situazione. E’ come se accettare le circostanze o le emozioni dolorose equivalga ad essere passivi o a rassegnarsi. Non è così. Significa permettere alla realtà di essere quello che è.
In altri casi la gente non vuole provare dolore. Ci sono molte condizioni di vita che sono dolorose e fuori dal nostro controllo. Noi non possiamo rifuggire quel dolore, ma possiamo controllare la nostra sofferenza per il dolore che sperimentiamo. La sofferenza è la parte che possiamo tenere sotto controllo.

Da dove cominciare
La vita ci offre un sacco di opportunità per fare pratica. Se abbiamo un problema che possiamo risolvere, allora quella è la prima opzione. Se non possiamo risolverlo ma possiamo cambiare la nostra percezione del problema, allora facciamolo. Se non possiamo né risolvere un problema né modificare il modo in cui lo percepiamo, allora pratichiamo l’Accettazione Radicale.
Iniziamo concentrandoci sul nostro respiro. Osserviamo semplicemente i pensieri che potremmo avere, come l’idea che la circostanza sia ingiusta o che quello che è successo sia intollerabile. Lasciamo soltanto passare questi pensieri. Forniamo a noi stessi una dichiarazione di accettazione, del tipo: “Le cose stanno così”. Pratichiamo ripetutamente. L’accettazione richiede spesso molte ripetizioni.

La Terapia dell’Accettazione Radicale è praticata dal Dottor Roberto Cavaliere nei suoi studi di Milano, Roma, Napoli e Vietri sul Mare (Sa) oltre che nelle consulenze telefoniche e Via Skype. Viene anche praticata nei Percorsi di Psicoterapia in Costiera Amalfitana nel Centro-Studio del Dottor Cavaliere

Referenze bibliografiche
Linehan M., Cognitive-Behavioral Therapy of Borderline Personality Disorder, New York: The Guilford Press, 1993.7
FONTE:
http://www.psychologytoday.com/…/…/201207/radical-acceptance

NELLA VITA NON SI E’ NE’ FORTUNATI, NE’ SFORTUNATI

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Un’antica storia cinese racconta:

“Tanti anni fa, nelle campagne cinesi, un uomo e suo figlio vivevano in un piccolo villaggio. Non possedevano molto: una baracca, un campo da coltivare e un cavallo per arare il campo.

Un giorno il cavallo scappò. Gli abitanti del villaggio andarono a trovare l’uomo e gli dissero: “Il cavallo era necessario per poter lavorare. Che sfortuna hai avuto!”.

E l’uomo rispose: “Forse sì, forse no. Vedremo”.

La settimana successiva, il cavallo fece ritorno insieme ad altri due cavalli selvatici. L’uomo e il figlio si ritrovarono quindi con tre cavalli. Gli abitanti del villaggio sorrisero all’uomo e gli dissero: “Avevi un solo cavallo e ora ne hai tre. Che fortuna hai avuto!”.

E l’uomo rispose: “Forse sì, forse no. Vedremo”.

Pochi giorni dopo il figlio era intendo a pulire la stalla del cavallo, troppo piccola per contenerne tre. Uno degli animali si agitò e lo colpì con forza, facendolo cadere. Il ragazzo si ruppe la gamba. Gli abitanti del villaggio passarono davanti all’abitazione e dissero al padre: “Tuo figlio è il tuo unico aiutante e famigliare. Che sfortuna hai avuto!”

E l’uomo rispose: “Forse sì, forse no. Vedremo”.

Alcune settimane dopo, alcuni ufficiali dell’esercito arrivarono nel villaggio e iniziarono a reclutare tutti i giovani per portarli a combattere una guerra che sapevano di non poter vincere. Quando passarono dalla casa dell’uomo e videro che suo figlio aveva la gamba rotta, decisero di non portarlo in guerra.

Gli abitanti del villaggio, saputa la notizia, dissero al padre: “I nostri figli vanno a morire in guerra e il tuo invece no. Che fortuna hai avuto!”

E l’uomo, come sempre, rispose: “Forse sì, forse no. Vedremo”.

La storia è una metafora su come gli eventi inaspettati che capitano nella vita di ognuno possono essere valutati positivamente e negativamente solo in una prospettiva temporale futura. Ed anche quando vengono valutati, a distanza di tempo, positivamente e negativamente, possono di nuovo cambiare di segno in seguito ad ulteriori sviluppi futuri.

La vita è una continua alternanza di positivo e negativo

Dott. Roberto Cavaliere

Psicologo, Psicoterapeuta

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IL SEMPLICE TEST TIBETANO DELLA PERSONALITA’

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Un semplice test della personalità, chiamato tibetano, rivela in sole 3 domande come ti senti in questo momento della tua vita e come sono le tue relazioni con gli altri. I monaci tibetani sono conosciuti in tutto il mondo per la loro saggezza.

Metti in ordine gli animali

La prima richiesta di questo test di personalità è molto semplice. Immagina di avere questi 5 animali di fronte a te e ordinali in base alle tue preferenze, senza pensarci su troppo. Scrivi la tua classifica e tienila da parte.

  • Mucca
  • Tigre
  • Capretto
  • Cavallo
  • Maialino

Descrizione con aggettivi

Per ognuno dei seguenti elementi indica gli aggettivi che sceglieresti per descriverli e annotali su un foglio per ricordarli.

  • Cane
  • Gatto
  • Topo
  • Tazzina di caffè
  • Mare

Associa colori e persone

A ciascuno dei seguenti colori associa una persona importante della tua vita. Visualizza ciascun colore e assegnalo alla persona che preferisci.

  • Giallo
  • Arancione
  • Rosso
  • Bianco
  • Verde

Interpreta le tue risposte

Consulta queste liste per interpretare le tue risposte al test tibetano della personalità.

L’ordine degli animali rappresenta le tue priorità nella vita

  • Mucca: rappresenta la tua carriera professionale
  • Tigre: rappresenta il tuo ego e l’orgoglio
  • Capretto: rappresenta la persona che ami
  • Cavallo: rappresenta la tua famiglia
  • Maialino: rappresenta il denaro e i beni materiali

Gli aggettivi che hai scelto si riferiscono a diversi aspetti della tua vita

  • La descrizione del cane rappresenta la tua personalità
  • La descrizione del gatto corrisponde alla personalità del partner
  • La descrizione del topo corrisponde alla personalità dei tuoi nemici
  • La descrizione della tazzina di caffè è la tua interpretazione del sesso e della passione
  • La descrizione del mare rappresenta ciò che pensi della tua vita

Ogni colore indica ciò che quella persona rappresenta per te

  • Giallo: è una persona che ha segnato molto la tua vita
  • Arancione: è un vero amico, una persona di fiducia
  • Rosso: è una persona che desideri o ammiri
  • Bianco: è la tua anima gemella o qualcuno con cui ti identifichi
  • Verde: è una persona che ti dona molta energia o che ti calma quando ne hai bisogno

dal web

Dott. Roberto Cavaliere

Psicologo, Psicoterapeuta

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