RIFLESSIONI DI C.G.JUNG

Condividi

[…nell’uomo l’anima, cioè l’Anima, l’atteggiamento interiore, viene rappresentata nell’inconscio da determinate persone, che posseggono le qualità corrispondenti. Un’immagine siffatta si chiama «immagine dell’anima». C.G. Jung, Opere VI; in J. Hillman, Anima]

L’uomo non può impunemente sbarazzarsi di se stesso a favore di una personalità artificiale. Il semplice tentarlo, in tutti i casi usuali, scatena inconsce reazioni, fisime, affetti, angosce, ossessioni, debolezze, vizi e così via. L’ “uomo forte” nella vita sociale è spesso, nella vita privata un bambino di fronte alle proprie situazioni sentimentali, la sua disciplina pubblica (che egli esige particolarmente dagli altri) fallisce penosamente in privato. La sua giocondità professionale ha, a casa, un volto malinconico; la sua “incontaminata” morale pubblica ha un curioso aspetto dietro la maschera… C. G. Jung, L’io e l’inconscio

Segui quella volontà e quella via che l’esperienza conferma come tua, cioè la vera espressione della tua individualità. Poiché nessuno può divenir consapevole di quella che è la sua individualità se non rimanendo strettamente e responsabilmente in rapporto con coloro che gli sono vicini; tentando di trovare sé stesso egli non tenta affatto a ritirarsi in un egoistico deserto. Egli può scoprire sé stesso soltanto essendo profondamente e incondizionatamente connesso con gli altri.

«Che effetto fa su di me questo segno?» La domanda faustiana può provocare una risposta illuminante. Quanto più la risposta si presenta con un carattere di immediatezza e di naturalezza, tanto più è valida, perché immediatezza e naturalezza garantiscono una totalità approssimativa della reazione. [La funzione trascendente]

Sublimazione vuol dire che, invece di fare la cosa che in realtà vorreste fare, vi mettete a studiare pianoforte. Una bella cosa, vedete! Oppure, invece di dare sfogo alle vostre tremende passioni, andate alla scuola domenicale. Allora si dice che avete sublimato (che cosa, poi?). Si tratta naturalmente, di un atto di volizione. Non voglio affatto metterla in ridicolo, solo che a volte ha un che di umoristico. La vita, a dispetto delle sofferenze, possiede talvolta un lato estremamente umoristico; perciò le persone che compiono prodigi di autocontrollo ogni tanto fanno un’impressione un po’ comica. Sarebbe un male se non fosse così, perché la vita perderebbe in divertimento. Dunque, perfino la sublimazione, che è una cosa molto utile ed eroica, a volte sembra un po’ buffa. [in «Jung parla»]

Il terreno da cui tra nutrimento l’anima è la vita naturale. Chi non la segue rimane disseccato e campato in aria. Perciò molti uomini inaridiscono con l’età: si volgono indietro, con una segreta paura della morte nel cuore. Si sottraggono, almeno psicologicamente, al processo vitale; simili alla mitica statua di sale si rivolgono ancora vivacemente ai ricordi della giovinezza, ma perdono ogni vivente contatto col presente. Nella seconda metà dell’esistenza rimane vivo soltanto chi, con la vita, vuole morire. Perché ciò che accade nell’ora segreta del mezzogiorno della vita è l’inversione della parabola, è la nascita della morte.

L’inconscio collettivo è una parte della psiche che si può distinguere in negativo dall’inconscio personale per il fatto che non deve, come questo, la sua esistenza all’esperienza personale e non è perciò un’acquisizione personale. […] l’inconscio personale consiste soprattutto in “complessi”; il contenuto dell’inconscio collettivo, invece, è formato essenzialmente da “archetipi”. Il concetto di archetipo, che è un indispensabile correlato dell’idea di inconscio collettivo, indica l’esistenza nella psiche di forme determinate che sembrano essere presenti sempre e dovunque. La ricerca mitologica la chiama “motivi”; nella psicologia dei primitivi esse corrispondono al concetto di raprésentations colletives di Lévy-Bruhl; nel campo della religione comparata sono state definite da Hubert e Mauss “categorie dell’immaginazione

AFORISMI

  «Dove l’amore impera, non c’è desiderio di potere, e dove il potere predomina, manca l’amore. L’uno è l’ombra dell’altro.»

“Il sogno è il teatro dove il sognatore è allo stesso tempo sia la scena, l’attore, il suggeritore, il direttore di scena, il manager, l’autore, il pubblico e il critico”.

“In quello che viene significativamente chiamato “silenzio di tomba” ci sentiamo a disagio. Perché? Forse ci sono i fantasmi? Non credo.

Ciò che davvero temiamo è quello che potrebbe provenire dalla nostra interiorità, e cioè tutto quello da cui cerchiamo di tenerci lontani con il rumore”.

Conoscere le nostre paure è il miglior metodo per occuparsi delle paure degli altri.

Di regola, le grandi decisioni della vita umana hanno a che fare più con gli istinti e altri misteriosi fattori inconsci che con la volontà cosciente, le buone intenzioni, la ragionevolezza.

Il vero capo è sempre guidato

La parola credere è una cosa difficile per me. Io non credo. Devo avere una ragione per certe ipotesi. Anche se conosco una cosa non è detto che debba crederci.

Il cervello è visto come un’appendice dei genitali.

La solitudine è per me una fonte di guarigione che rende la mia vita degna di essere vissuta. Il parlare è spesso un tormento per me e ho bisogno di molti giorni di silenzio per ricoverarmi dalla futilità delle parole

Mostratemi un uomo sano di mente e lo curerò per voi.

Questa intera creazione è essenzialmente soggettiva, e il sogno è il teatro dove il sognatore è allo stesso tempo sia la scena, l’attore, il suggeritore, il direttore di scena, il manager, l’autore, il pubblico e il critico.

Se c’è un qualche cosa che vogliamo cambiare nel bambino, prima dovremmo esaminarlo bene e vedere se non è un qualche cosa che faremmo meglio a cambiare in noi stessi

Io sono semplicemente convinto che qualche parte del Se’ o dell’Anima dell’uomo non sia soggetta alle leggi dello spazio e del tempo.

La mia vita è la storia di un’ autorealizzazione dell’inconscio.

Quanto più l’uomo è sottoposto a norma collettiva, tanto maggiore è la sua immoralità individuale.

La mia vita è la storia di un’autorealizzazione dell’inconscio. (da Ricordi, sogni, riflessioni )

La nostra psiche è costituita in armonia con la struttura dell’universo, e ciò che accade nel macrocosmo accade egualmente negli infinitesimi e più soggettivi recessi dell’anima. (da Ricordi, sogni, riflessioni )

Le forze eruttate dalla psiche collettiva portano confusione e cecità mentale. (da La psicologia dell’inconscio , Newton Compton)

L’inconscio è, in primo luogo e prima di ogni altra cosa, il mondo del passato, riattivato dalla limitatezza dell’atteggiamento cosciente. (da La psicologia dell’inconscio , Newton Compton)

Secondo me il primo dovere dello psicologo scientifico sta nel mantenersi aderente ai fatti vitali della psiche, nell’osservare con esattezza questi fatti, aprendosi in tal modo a quelle esperienze più profonde delle quali non ha assolutamente conoscenza. (da La psicologia dell’inconscio , Newton Compton)

JUNG ED I SOGNI

“… la vera e propria interpretazione del sogno, è di regola un compito arduo. Essa presuppone penetrazione psicologica, capacità di combinare insieme cose diverse, intuizione, conoscenza del mondo e degli uomini e soprattutto conoscenze specifiche che implicano tanto nozioni assai estese quanto una certa “intelligence du coeur”. (…) Bisogna respingere l’interpretazione stereotipa di motivi onirici; gli unici giustificati sono significati specifici, deducibili attraverso accurati rilevamenti contestuali. Anche chi possiede una grande esperienza in questo settore è pur sempre costretto a riconoscere la propria ignoranza dinanzi ad ogni sogno e, rinunciando a tutte le opinioni preconcette, a predisporsi a un qualcosa di completamente inatteso.(…)

Non tutti i sogni hanno la stessa importanza. Già i primitivi distinguono tra piccoli e grandi sogni. Noi diremmo piuttosto sogni insignificanti e sogni significanti. (…) Ho analizzato molti sogni di questo tipo e vi ho rintracciato spesso una particolarità che li distingue da altri sogni. Infatti in questi sogni affiorano immagini simboliche che incontriamo anche nella storia dello spirito umano. E’ degno di nota il fatto che colui che sogna può perfettamente ignorare l’esistenza di simili paralleli. (…) Essi contengono cosiddetti motivi mitologici o mitologemi, che io ho definito col termine di archetipi . Si intendono con tale termine forme specifiche e nessi figurativi rintracciabili in forma analoga non soltanto in tutti i tempi e in tutti i paesi, ma anche nelle fantasie, nelle visioni, nelle idee illusorie e nei sogni individuali. La loro frequente presenza in casi individuali, come la loro ubiquità etnica, dimostra che la psiche umana è soltanto in parte unica e soggettiva o personale: per l’altra parte invece è collettiva e oggettiva.Noi parliamo quindi da un lato di un inconscio personale, dall’altro di un inconscio collettivo , il quale rappresenta in certo modo uno strato più profondo rispetto all’inconscio personale, più prossimo alla coscienza.

Selezione a cura di:

Dott. Roberto Cavaliere

Psicologo, Psicoterapeuta

Studio in Milano, Roma, Napoli e Vietri sul Mare (Sa)

per contatti e consulenze private tel.320-8573502 email:cavalierer@iltuopsicologo.it

0 commenti

Lascia un Commento

Vuoi partecipare alla discussione?
Fornisci il tuo contributo!

Lascia un commento

Il tuo indirizzo email non sarà pubblicato. I campi obbligatori sono contrassegnati *