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L’INFLUENZA PSICOLOGICA DELLE EMOTICON

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Le emoji e le emoticon fanno ormai parte integrante del nostro modo di comunicare. C’è chi le usa in ogni messaggio che manda, e c’è invece chi le usa molto raramente, ma a tutti noi capita di utilizzare quelle simpatiche “faccine” per rafforzare il senso di un messaggio, o anche solo per esprimere un’emozione (divertimento, stanchezza, tristezza e così via). Più del 90% della popolazione on-line utilizza le emoticon, ed i ricercatori si chiedono ora che cosa può rivelare sul comportamento umano questa particolare tendenza. Le emoticon possono forse fornire approfondimenti sulla personalità dell’utente, o anche informazioni che potrebbero interessare discipline come linguistica e marketing?

A rispondere alla domanda è un lavoro pubblicato su Trends in Cognitive Sciences, secondo cui emoji ed emoticon possono effettivamente rappresentare degli strumenti per valutare come ci rapportiamo gli uni agli altri nella nostra era digitale.

Le emoticon, secondo gli esperti, possono rappresentare uno strumento per compensare l’assenza di linguaggio non verbale tipica delle interazioni attraverso email ed sms, linguaggio che invece emerge nelle conversazioni “faccia a faccia”, o anche nelle video-chiamate.

Gli esperti ritengono dunque importante capire come la comunicazione tramite emoji ed emoticon possa fornire indizi in merito alle interazioni on line. Le persone possono giudicarci basandosi anche sulle “faccine” che utilizziamo, e non sempre questi giudizi sono infatti accurati. Tali giudizi possono variare a seconda di dove o con chi si utilizzano quegli emoji, come ad esempio sul posto di lavoro o tra i membri della famiglia.

Dott. Roberto Cavaliere

Psicologo, Psicoterapeuta

Studio in Milano, Roma, Napoli e Vietri sul Mare (Sa)

per contatti e consulenze private tel.320-8573502 email:cavalierer@iltuopsicologo.it

ESERCIZIO DI CONTROLLO DELLA RESPIRAZIONE PER ANSIA E STRESS

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Avete notato che respirate molto rapidamente? Lo stress e l’ansia
possono influire sul ritmo del battito cardiaco e sul processo
respiratorio. Un ritmo respiratorio rilassato generalmente consiste in
10 o 12 respiri al minuto.
1. Contate il numero dei respiri. Inspirare ed espirare conta
come un respiro.
2. Inspirate, trattenete il respiro e contate fino a cinque.
Poi inspirate e dite a voi stessi la parola ‘Rilassati’ in un
tono calmo e confortante.
3. Cominciate ad inspirare attraverso il naso ed espirate lentamente
attraverso la bocca, in un ciclo di sei secondi. Inspirate per tre
secondi ed espirate per tre secondi. Questo produrrà un ritmo
respiratorio di 10 respiri al minuto. All’inizio potrebbe essere utile
misurare i tempi della respirazione usando la lancetta dei secondi
di un orologio da polso o di una sveglia.
4. Contate a mente.
5. Continuate a respirare in un ciclo di sei secondi per almeno
cinque minuti o fino a quando la respirazione non riprende
il suo ritmo normale.
Dopo aver praticato questo esercizio, misurate il numero dei
respiri che fate in un minuto. Praticate l’esercizio di controllo della
respirazione ogni giorno prima di colazione, pranzo, cena e prima
di andare a letto. Usate questa tecnica tutte le volte che vi sentite
ansiosi. Gradualmente, imparerete a fare l’esercizio con competenza
sufficiente da non aver più bisogno di misurare i tempi.
Praticate questo esercizio tre o quattro volte al giorno, 
in modo da poterlo fare con la massima facilità ed utilizzarlo 
come una strategia a breve tempo quando vi sentite ansiosi. 
fonte https://www.bspg.com.au/dam/bsg/product?client=BEYONDBLUE&prodid=BL%2F0529&type=file

Dott. Roberto Cavaliere

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C’E’ ASSOCIAZIONE TRA DISTURBI PSICOLOGICI E MALATTIE FISICHE

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Da uno studio pubblicato dai ricercatori dell’Università di Basilea (Svizzera) emergerebbe  un’associazione tra disturbi mentali e patologie fisiche. 

La ricerca è stata condotta sulle condizioni sanitarie di 6.483 ragazzi di età compresa tra 13 e 18 anni, che risiedevano negli Stati Uniti. L’analisi ha permesso di scoprire che nei giovani alcune malattie fisiche tendevano a verificarsi più frequentemente, se in precedenza i partecipanti avevano sofferto di alcuni disturbi mentali. Allo stesso modo, specifici problemi mentali tendevano a verificarsi con maggiore frequenza dopo l’insorgenza di particolari patologie fisiche.

Gli scienziati hanno, infatti, osservato che la depressione era spesso seguita da artrite e malattie del sistema digestivo, mentre l’ansia dalle patologie cutanee. Ma è anche emerso che le possibilità di soffrire di ansia erano maggiori nei soggetti che in passato avevano sofferto di malattie cardiache. Inoltre, per la prima volta è stata rilevata una stretta associazione tra l’epilessia e il successivo sviluppo di disturbi alimentari. 

“Per la prima volta, abbiamo scoperto che l’epilessia è associata a un aumento del rischio di soffrire di disturbi alimentari – spiega Marion Tegethoff, che ha diretto lo studio -. Si tratta di un fenomeno che in precedenza era stato osservato sono in singoli casi. Questo suggerisce che il trattamento dell’epilessia potrebbe essere indirizzato anche alla prevenzione dei disturbi alimentari”.

Lo studio, secondo gli esperti, evidenzierebbe quindi l’esistenza di una relazione causale tra disturbi mentali e malattie fisiche. Pertanto, potrebbe aiutare a migliorare la conoscenza e la cura di questi due tipi di patologie. Inoltre, i risultati suggeriscono che il trattamento dei disturbi mentali e quello delle malattie fisiche dovrebbero essere strettamente interconnessi, fin dalla giovane età.

Dott. Roberto Cavaliere

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CAMMINARE PER PLACARE L’ANSIA

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Secondo un piccolo studio randomizzato, per placare l’ansia è meglio camminare che svolgere vigorosi esercizi atletici.”Camminare, effettuare un interval training ad alta intensità e fare un continuo esercizio aerobico, producono effetti positivi su molti fattori che regolano l’umore”, ha affermato la Dott.ssa Wendy Suzuki della New York University. I risultati sono stati presentati lo scorso 16 novembre durante il meeting annuale della Society for Neuroscience di San Diego, California.

Suzuki e colleghi hanno assegnato 41 soggetti sani – di età compresa tra i 18 e i 26 anni – a un tipo di esercizio: una sessione da 44 minuti di interval training ad alta intensità, un esercizio aerobico continuo su un tapis roulant o una camminata, attività effettuata anche dal gruppo di controllo .Le valutazioni prima e dopo la sessione hanno riscontrato che tutti e tre i tipi di esercizio erano legati a notevoli riduzioni in disturbi dell’umore, sentimenti negativi in generale e ansia. Inoltre risultavano associati a una maggior felicità ed empatia.In tutti e tre i gruppi, i cambiamenti nell’ansia si sono correlati positivamente all’intensità dell’esercizio, misurata tramite la percentuale di consumo massimo di ossigeno.

I ricercatori, tuttavia, ipotizzano che gli allenamenti più intensi abbiano causato stanchezza nei soggetti dello studio, con riduzione dell’effetto positivo sull’ansia. “Si tratta di risultati preliminari, ma che affrontano una questione chiave su come diverse forme di esercizio influenzino la funzione cerebrale. Future ricerche ci permetteranno di ottenere informazioni sempre più specifiche su quale tipo e durata di esercizio possa avere il massimo effetto sull’umore e i livelli di stress e sia in grado di migliorare anche altri aspetti della funzione cerebrale”, ha concluso Suzuki.

Fonte: Society for Neuroscience Annual Meeting 2016

Dott. Roberto Cavaliere

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L’ANSIA

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Come per il concetto d’amore l’ansia, a meno che non la si consideri solo dal punto di vista patologico, può assumere mille significati e modalità diverse d’esprimersi. In questo piccolo spazio non tenterò di parlarne, rimandando per questo scopo all’enorme letteratura su di essa, ma proporrò un test valutativo d’autosomministrazione e cercherò di suggerire delle strategie utili per attenuarla. Se attuerete queste strategie, tutte insieme, per un po’ di tempo dei risultati li otterrete. A patto, però, di attuarle con una certa costanza e non facendovi scoraggiare da eventuali insuccessi iniziali e tenendo presente che il cammino per uscire dall’ansia è lungo, ma se siete determinati ce la farete.

1) Accettarla. Fondamentale è accettare di essere ansiosi, fa parte anche del nostro corredo genetico. Per realizzare ciò acconsentite a ricevere la vostra dipendenza. Accoglietela salutandola. Dimenandoci per combatterla riuscirete solo ad amplificarla. Invece, lasciatela fluire. Non si può risalire un fiume andando controcorrente. L’ansia fà parte di voi; combatterla è come combattere contro una parte di sé. Ciò non toglie che bisogna tenerla, in qualche modo sotto controllo, ed è lo scopo delle prossime strategie.

2) Praticare attività fisica. Fondamentale è svolgere ogni giorno attività fisica. Potete scegliere fra lo svolgere uno sport, frequentare una palestra o anche semplicemente passeggiare il più possibile. L’essenziale è svolgere tale attività ogni giorno e non esagerare al punto da farla diventare stressante. L’attività fisica libera le endorfine un neuromediatore che aiuta il nostro benessere psicologico.

3) Scrivere un report giornaliero. Scrivere di se stessi è già di per sé terapeutico. Inoltre per il fatto stesso di concentrarvi per scrivere vi distogliete dall’ansia. Giornalmente descrivete accuratamente l’ansia provata, il suo livello come si è manifestata. Importante è anche descrivere l’eventuale correlazione fra ansia provata ed eventuale situazione che l’ha potuta scatenare. Rileggendo, successivamente, a freddo quello che avete descritto potete “analizzarla” in maniera più obiettiva.

4) Rilassarsi. Rilassarsi può essere una lettura di un libro, praticare un hobby o adottare una tecnica di rilassamento. Spesso si pensa che per rilassarsi bisogna praticare necessariamente qualche tecnica, ma non sempre è così. Basta, a volte, una qualsiasi attività od hobby che non pratichiamo per mancanza di tempo, e che invece sarebbe utile per la nostra ansia. Ciò non toglie che è utile imparare qualche tecnica di rilassamento, che col tempo darà i suoi risultati.

5) Effettuare un’alimentazione corretta. Talvolta l’abuso di sostanze stimolanti come il tè, il caffè , la coca cola, la cioccolata, gli alcolici possono contribuire ad aumentare stati ansiosi. Di conseguenza e preferibile eliminarli completamente dalla dieta e aumentare i consumi di pane e pasta, anche a scapito della dieta.

6) Sostegno sociale. Il sostegno dei nostri familiari ed amici è importante. Più questa rete di sostegno sociale e larga, più ne trarrete giovamento. L’essenziale è non isolarsi.

7) Approfondite la conoscenza. Utile è approfondire la conoscenza dei meccanismi fisiologici e psicologici sottesi all’ansia. Una loro maggiore conoscenza aiuta a capirla ed a combatterla in maniera più efficace. Effettuate letture sull’argomento, partecipate a chat e forum su internet in cui si parla d’ansia. In psicologia ciò si chiama psicoeducazione ed è stata dimostrata l’utilità di quest’ultima.

Nell’attuare queste strategie tenete a mente questi aforismi… terapeutici

Non è perchè le cose sono difficili che noi non osiamo farle. E’ perchè noi non osiamo farle che le cose sono difficili. (Seneca)

Un uomo che teme di soffrire, soffre già di quello che teme. (Montaigne)Non può vivere senza timori chi è causa del suo timore. (Epicuro)

La rinuncia è un suicidio quotidiano. (Honorè de Balzac)

Il pauroso prima edifica i suoi timori, poi vi ci installa sopra. (E. Cioran)

Viviamo nella paura ed è così che non viviamo. (Buddha)

Porto addosso le ferite di tutte le battaglie che ho evitato. (F.Pessoa)

Guarda la paura in faccia e questa cesserà di turbarti. (Sri Yukteswar)

La lezione più importante che l’uomo possa imparare in vita non è che nel mondo esiste la paura ma che dipende da noi trarne profitto e che ci è consentito tramutarla in coraggio. (R. Tagore)

 

Dott. Roberto Cavaliere

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TEST SULL’ANSIA

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Ansia – Scala di autovalutazione dell’ ansia di Zung – SELF-RATING ANXIETY STATE (WWK Zung, 1971)

Leggi attentamente ciascuna delle 20 frasi elencate qui sotto: in che misura ciascuna di esse descrive come ti sei sentito nel corso di quest’ ultima settimana? Ti sei sentito così “quasi mai o raramente”, “qualche volta”, “spesso”, “quasi sempre”? Per ogni frase fai una crocetta nella colonna che ti sembra la più appropriata a descrivere come ti sei sentito.

Domanda: Quasi mai o raramente Qualche
volta
Spesso Quasi sempre
1) Mi sento più nervoso ed ansioso del solito
2) Mi sento impaurito senza alcun motivo
3) Mi spavento facilmente o sono preso dal panico
4) Mi sento a pezzi e mi sembra di stare per crollare
5) Mi sembra che tutto vada bene e che non capiterà niente di male
6) Mi tremano le braccia e le gambe
7) Sono tormentato dal mal di testa e dai dolori al collo e alla schiena
8) Mi sento debole e mi stanco facilmente
9) MI sento calmo e posso stare seduto facilmente
10) Sento che il mio cuore batte veloce
11) Soffro di vertigini
12) Mi sembra di stare per svenire
13) Respiro con difficoltà
14) Ho sensazioni di intorpidimento e di formicolio alle dita delle mani e dei piedi
15) Soffro di mal di stomaco o di indigestione
16) Ho bisogno di urinare spesso
17) Le mie mani sono in genere asciutte e calde
18) La mia faccia diventa facilmente calda e arrossata
19) Mi addormento facilmente e mi sveglio riposato
20) Ho degli incubi

ATTRIBUISCI I SEGUENTI PUNTEGGI

1 per quasi mai – 2 per qualche volta – 3 per spesso – 4 per quasi sempre e calcola il punteggio totale
RISULTATI:

• Punteggio compreso tra 20 e 31: livello d’ansia basso

• Punteggio compreso tra 32 e 43: livello d’ansia medio – basso

• Punteggio compreso tra 44 e 55: livello d’ansia medio

• Punteggio compreso tra 56 e 67: livello d’ansia medio – alto

• Punteggio compreso tra 68 e 80: livello d’ansia alto

Dott. Roberto Cavaliere

Psicologo, Psicoterapeuta

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L’ANSIA SI COMBATTE ANCHE CON LA GENTILEZZA

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Attacchi di panico e ansia sono problemi sempre più diffusi tra la popolazione di tutto il mondo ma, secondo un recente studio, può essere però combattuta in un modo semplice ma molto efficace: sembra infatti che la gentilezza e i modi garbati possano portare alle persone soggette all’ansia molti più benefici di quanto si possa pensare.

In ambito lavorativo o nella vita di tutti i giorni, l’ansia e gli attacchi di panico possono essere problematiche davvero limitanti per chi ne soffre. Ma come combatterli? Un recente studio dell’University of British Columbia, pubblicato anche sul Washington Post, ha rivelato come un piccolo gesto quotidiano possa portare risultati strabilianti nella lotta all’ansia, depressione e attacchi di panico: si tratta della gentilezza e di tutte quelle accortezze che possono essere prese nei confronti dell’“altro”. Come riporta il giornale americano, infatti, le persone che soffrono d’ansia tendono anche ad essere più introspettive e, di conseguenze, molto più introverse: Jennifer Trew e Lynn Alden, autori della ricerca, sono quindi partiti da questa constatazione per studiare quali siano le reazioni delle persone soggette all’ansia dopo aver compiuto un maggior numero di atti gentili.

In particolare, i due psicologi hanno portato avanti lo studio su 115 studenti universitari suddivisi in tre gruppi: per quattro settimane, il primo gruppo ha dovuto compiere tre atti di gentilezza, il secondo partecipare ad attività sociali (uscite, balli, pranzi, cene, ecc…) e il terzo solamente annotare ciò che si era fatto durante la giornata. Nel primo e nel secondo caso, poiché più stressati, gli studenti sono stati preparati con esercizi di respirazione per tenere a bada eventuali crisi d’ansia: il risultato è stato sorprendente in quanto gli studenti del primo gruppo hanno riscontrato benefici evidenti e una notevole riduzione di attacchi d’ansia.

Dottor Roberto Cavaliere

Psicologo, Psicoterapeuta

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COME GESTIRE L’ANSIA DA TERREMOTO

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La notizia di un terremoto, anche se non si risiede nella zona coinvolta e quindi non è stato avvertito in prima persona, può comunque comportare uno stato ansioso col timore che possa nell’immediato colpire anche la propria zona di residenza. Il timore infatti è che ciò che al momento riguarda “altri” prima o poi possa riguardare se stessi.
La paura del terremoto è una paura ancestrale che rimanda all’incapacità dell’uomo di controllare eventi naturali.
Questa paura ancestrale è amplificata in chi soffre d’ansia che tende a voler mantenere il controllo di tutto per poter gestire al meglio la propria ansia.
Cosa fare in questi casi ?
L’ansia del terremoto è un fenomeno emotivo per cui bisogna cercare di contrastarlo con processi razionali quali:
Il raccogliere informazioni di tipo tecnico e statistico sull’evento,
il leggere o l’ascoltare l’opinione di sismologi,
il ridurlo ad un fenomeno esterno a noi,
il non ascoltare o vedere le dirette televisive sull’evento se tendono a scuotere troppo emotivamente,
Questi accorgimenti razionali potrebbero sembrare egoistici, ma non significano non provare partecipazione o empatia per quello che è successo, ma hanno il solo scopo di ridurre solo l’eccessiva ansia associata a tali eventi.

Dottor Roberto Cavaliere

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YOGA CONTRO L’ANSIA

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Fare yoga contro l’ansia è il risultato cui sono arrivati i ricercatori della Georgia State University, pubblicati sulla prestigiosa rivista International Journal of Yoga Therapy, che hanno evidenziato i pregi della millenaria disciplina orientale nella riduzione di tutti i problemi che derivano dal disturbo d’ansia generalizzato.

Attenzione all’ansia. In particolare, gli studiosi statunitensi hanno analizzato il comportamento delle persone che soffrono di questo tipo di disturbo: in generale, infatti, gli “ansiosi” sono caratterizzati da una preoccupazione quasi incontrollabile per le situazioni che potrebbero accadere nel futuro, e questo comporta la comparsa di ulteriori sintomi non solo psicologici, ma anche fisici, come tensione muscolare e disturbi del sonno. L’effetto finale è un peggioramento della qualità della vita del soggetto, che genera problemi anche nelle sue relazioni con il prossimo, condizionando quindi vita privata e sociale.

Lo yoga contro lo stress. In supporto di tutti gli ansiosi, dunque, il suggerimento è di seguire gli esercizi e le pratiche tipiche dello yoga, che si dimostrano validi rimedi nella riduzione dei sintomi prima descritti. È già da tempo che si vantano le proprietà della psicoterapia nella “battaglia” ai disturbi d’ansia, ma ora la ricerca del team della Georgia State University ha dimostrato una concreta efficacia anche nel contrasto ai disturbi d’ansia generalizzata. Nello specifico, chi si sottopone a sessioni regolari di yogasperimenta un calo definito significativo del livello di preoccupazione, che migliora di conseguenza la qualità della vita quotidiana del paziente.

I numeri dello yoga in Italia e nel mondo. Lo studio americano conferma e pone basi scientifiche a quello che un numero sempre crescente di persone in tutto il mondo prova in prima persona: il numero di yogi e yogine, infatti, è in costante aumento negli ultimi anni, e si calcola che i praticanti nei soli Stati Uniti abbiano raggiunto quota 36,7 milioni di persone, con un altro bacino di 80 milioni di americani che si dicono pronti a sottoporsi agli esercizi sul tappetino. Anche in Italia il fenomeno mostra un trend positivo, e pure se mancano ancora statistiche ufficiali, si può sicuramente affermare che ci sono almeno 2 milioni di nostri connazionali che praticano yoga, nel migliaio di scuole diffuse sul territorio o con la pratica casalinga, mentre solo 5 anni fa erano circa la metà

Dottor Roberto Cavaliere

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